Un report di Amref dal Paese più giovane dell'Africa. Si stima che siano circa 908 mila le persone colpite dalle alluvioni e ora in stato di bisogno. Tra loro almeno 490 mila bambin
Un una nazione già martoriata da anni di guerra civile si è abbattuta una vera e propria catastrofe. In Sud Sudan è stato dichiarato lo stato di emergenza a causa di violente inondazioni che hanno sommerso il Paese. Si stima che siano circa 908 mila le persone colpite dalle alluvioni e ora in stato di bisogno; tra loro almeno 490 mila bambini. L’acqua ha inghiottito interi villaggi, compresi centri sanitari e scuole. Anche l’erogazione di servizi sanitari di base è al momento sospesa: in diverse aree del Paese sono operative solo il 10% delle strutture sanitarie.
Alla metà della popolazione manca cibo
Questo ennesimo dramma sta avvenendo in un Paese già in crisi: prima di questa catastrofe si contavano oltre 7,2 milioni di persone in stato di necessità, bisognose di assistenza umanitaria. Il 54% delle persone in Sud Sudan vive ancora in condizioni di grave insicurezza alimentare. Amref è presente nell'area del Sud Sudan dal 1972 con l’obiettivo di rafforzare il sistema sanitario del Paese. "Anno dopo anno, abbiamo ampliato il ventaglio dei nostri progetti e degli interventi a favore della popolazione sud-sudanese".
Il sostegno ai progetti di aiuto
"Le alluvioni hanno risparmiato le aree di intervento dei nostri progetti, ma gli effetti nel lungo periodo non mettono da parte nessuno. È fondamentale continuare a investire in questi progetti proprio per permettere alla popolazione sud sudanese di non perdere la fiducia nella possibilità di vivere una vita migliore. Le persone salvate oggi meritano un domani degno di essere chiamato futuro".
E sullo sfondo dei disastri naturali, la guerra
La prima guerra civile in Sudan nasce in un momento in cui in tutto il continente africano i diffusi fermenti indipendentisti sgretolavano (o almeno si illudevano di sgretolare) i regimi coloniali. Il conflitto interno al Paese (da sempre agitato dal contrasto fra il Nord arabo e il Sud a prevalenza etnico-culturale sub-sahariana, animista e cristiana) ha luogo dal 1955 al 1972. In guerra entrano il governo centrale del Sudan e i separatisti del Sud, che chiedono con forza una maggiore autonomia regionale. A rimetterci la vita, in quei 17 anni di guerra, furono circa mezzo milione di persone, per lo più civili.
Un incubo che dura da quasi 25 anni
La storia è poi proseguita con una ritmica successione di conflitti interni, in circa 25 anni, quasi 3 milioni di persone sono morte e oltre 4 milioni di cittadini sono stati ridotti allo status di sfollati. Il conflitto tra milizie governative al Difaa (al Shaabi, in arabo) e lo SPLA, in tutto questo arco di tempo è stato causa di carestie, epidemie, povertà e fame diffusa, smantellamento di quel poco che c'era nell'ambito dei servizi sanitari e di esodi forzati di gente costretta a mollare tutto ciò che possedevano.