Lo scorso anno 26mila minori, di cui molti non accompagnati, hanno attraversato il Mediterraneo. La metà ha subito abusi sessuali, spesso non denunciati per paura della deportazione. I dati di un nuovo rapporto Unicef.
Si chiama «Un viaggio fatale per i bambini» il rapporto dell’Unicef pubblicato il 28 febbraio sui minori che arrivano, spesso non accompagnati, dall'Africa arrivano in Europa lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Sono storie di violenze, abusi sessuali e schiavitù che cominciano già nei campi di detenzione in Libia, 34 in tutto quelli identificati, 24 gestiti dal governo e 10 dalle milizie, che spesso sono carenti anche nella fornitura di acqua, cibo, abiti e assistenza medica.
Al momento dell'indagine si stimava che vi fossero in Libia circa 256.000 migranti, fra cui 30.803 donne e 23.102 bambini (un terzo dei quali non accompagnati). Ma i dati reali potrebbero essere tre volte più alti di questi
Le violenze .. «Quello che ci ha veramente scioccato è ciò che succede a questi bambini durante il viaggio verso l’Europa. Molti di loro vengono violentati, brutalizzati e uccisi»
Kamis, nove anni, era partita con la madre dalla Nigeria e, dopo aver attraversato il deserto, si è ritrovata nel campo di detenzione di Sabrata, in Libia. «Ci picchiavano ogni giorno. Non c’era nemmeno da bere. Il posto era molto triste. Non c’era nulla». Una violenza che viene inflitta senza motivo, tanto per passare il tempo. «Quasi la metà delle donne e dei bambini intervistati ha subito abusi sessuali durante il viaggio. Spesso più di una volta. Lo stupro è sistematico ai posti di blocco e alle frontiere» si legge nel rapporto. Gli assalitori sono, il più delle volte, uomini in uniforme, per questo molte delle vittime sono restie a denunciare i crimini.
Tre quarti dei bambini rifugiati e migranti contattati nell'indagine dell'UNICEF hanno dichiarato di avere subito violenze, molestie o aggressioni per mano di adulti durante il tragitto, mentre circa metà delle donne e dei bambini hanno affermato di avere subito abusi sessuali durante la migrazione, spesso più volte e in diversi punti lungo il viaggio.
Quasi tutti i minorenni ascoltati ha denunciato di essere stata vittima di abusi verbali o psicologici, mentre circa metà ha subito percosse o altre forme di violenza fisica. Gli abusi risultano più frequenti verso le ragazze.
Nel 2016 si stima che almeno 4.579 persone (fra cui 700 bambini) siano morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo partendo dalla Libia, 1 vittima ogni 40, fra coloro che hanno tentato la traversata.
«La rotta del Mediterraneo Centrale, dal Nord Africa all'Europa, è tra quelle al mondo in cui muoiono più persone ed è tra le più pericolose per i bambini e le donne», afferma Afshan Khan, direttrice dell'UNICEF per l'Europa e Coordinatore speciale per la crisi dei minori migranti e rifugiati nel continente. «La rotta è per la maggior parte controllata dai trafficanti e da altri individui che vedono come prede i bambini e le donne disperati che sono semplicemente alla ricerca di un rifugio o di una vita migliore. Occorrono vie e piani di sicurezza sicuri e legali per proteggere i bambini migranti, per tenerli al sicuro e lontano dai trafficanti»
La traversata .. Nella relazione si ricorda che dei 181.436 migranti e profughi arrivati in Italia nel 2016, 28.223, ovvero il 16% circa, sono minori, e 9 su 10 di questi sono arrivati sulle coste italiane non accompagnati.
Inoltre, dei 4.579 migranti che nel 2016 si stima siano morti durante la traversata del Mediterraneo, si ritiene che 700 fossero minori. E dei 256mila migranti individuati dall’Unhcr in Libia a settembre 2016 (ma le stime dell’Oim moltiplicano il numero sia tre volte tanto) 28.031 sono donne (11%) e 23.102 (9%) minori, un terzo di questi si ritiene non siano accompagnati.
«Nessun bambino dovrebbe mai essere costretto a mettere la sua vita nelle mani dei trafficanti semplicemente perché non ha alternative» ribadisce Afshan Khan. «Dobbiamo individuare a livello globale i fattori all'origine delle migrazioni, e lavorare insieme per un solido sistema di passaggi sicuri e legali per i minori in movimento, siano essi rifugiati o migranti».
Il Programma .. L’UNICEF pone i seguenti 6 punti al centro della sua azione per i minori migranti e rifugiati:
- Proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza,
- Porre fine alla detenzione dei minorenni richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative praticabili,
- Mantenere unite le famiglie, migliore misura per tutelare i bambini e garantire che sia loro riconosciuto uno status giuridico,
- Consentire ai minori rifugiati e migranti di studiare e assicurare loro l'accesso a servizi sanitari e sociali di qualità,
- Intervenire sulle cause che producono i movimenti di massa di migranti e rifugiati,
- Promuovere misure contro xenofobia, discriminazione ed emarginazione dei bambini migranti e rifugiati, nei paesi di transito e in quelli di destinazione.
L’UNICEF ha chiesto con urgenza ai governi nazionali e all’Unione Europea di adottare queste misure.
Sin dall’inizio del suo intervento in Libia, nella seconda metà del 2015, l’UNICEF ha fornito servizi di vario tipo a 182.500 bambini rifugiati e migranti in viaggio verso l'Europa.
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