L’appello alla calma del governatore Nyong’o, padre dell’attrice nera più in voga di Hollywood, non ferma l’ondata di violenza nella contea di Kisumu.
L'attrice Lupita Nyong'o e il padre, governatore della contea di Kisumu |
Un anno fa il problema erano le scimmie, «che rubano i manghi dal frutteto di Lupita». Adesso sono i proiettili della polizia, «che spara per disperdere i dimostranti». Come è cambiata la vita di Peter Anyang Nyong’o, fresco governatore della contea di Kisumu diventata simbolo della crisi del Kenya.
Video
Fino a ieri era solo il padre di Lupita Nyong’o, l’attrice nera più in voga di Hollywood. In un video recente è lei stessa a presentare la tenuta di famiglia, arrampicandosi con il papà sugli alberi di guava e preparando l’ugali con la madre Dorothy. Adesso tutto è cambiato per gli abitanti della terza città del Kenya, sulle sponde del Lago Vittoria, nella terra dove è cresciuto anche il padre di Obama (e molti bambini si chiamano Barack).
Kisumu è la roccaforte dell’etnia Luo e di Raila Odinga, il leader dell’opposizione che ha chiamato i suoi al boicottaggio delle elezioni presidenziali. Se giovedì scorso l’affluenza complessiva s’è fermata al 34%, a Kisumu non ha votato quasi nessuno. La gente ha bloccato i seggi, i poliziotti fedeli al presidente Uhuru Kenyatta hanno risposto con i mitra. Ha denunciato il governatore Nyong’o: «Non potevano usare i cannoni ad acqua?»
Massaggiatrice
La ricerca di una via di uscita incruenta dev’essere un pallino di famiglia. In fondo anche Lupita, denunciando le molestie di Harvey Weinstein che le proponeva uno dei suoi famigerati massaggi, ha raccontato di aver ribattuto offrendosi lei stessa come massaggiatrice. Un modo per mantenere il controllo della situazione e delle vie di fuga (la porta dell’hotel).
Ragazzi uccisi
Le immagini che arrivano dalla sua terra devono farle male: feriti all'ospedale, ragazzi uccisi, veicoli in fiamme, morte e distruzione. Pur essendo nata in Messico quando per i suoi era meglio stare alla larga dagli sgherri del presidente Arap Moi, la star che ha vinto l’Oscar per «12 anni schiavo» non dimentica l’Africa. Si batte per gli elefanti, finanzia una Ong che si occupa di salute materna. Dà una mano al padre-professore (master all’università di Chicago): questa estate via Facebook, dalla sua casa di Brooklyn, l’attrice ha fatto campagna online, prendendosi pure della bugiarda snob dalla figlia del candidato rivale. Ha gioito per la vittoria del padre: «Ci ha insegnato i valori della vita civile, la sua guida sarà di grande aiuto alla comunità»
Nuove elezioni
Lupita resta in silenzio mentre il Kenya è in bilico. Odinga chiede nuove elezioni, il rieletto Kenyatta accusa l’opposizione di soffiare sulla guerra civile. Si riaprono le faglie etniche (la principale vede Kykuyo contro Luo) che già dopo il voto del 2007 portarono all'uccisione di oltre mille persone.
Quest’anno le vittime «elettorali» sono circa un centinaio, meno di una decina negli ultimi giorni. Mentre i leader nazionali alzano i toni, sul terreno qualcuno dà prova di saggezza: sabato il governatore Nyong’o e il collega della vicina Kericho, il primo pro-Odinga il secondo pro-Kenyatta, hanno fatto un giro insieme tra le strade-barricate delle due contee chiedendo alla gente di non combattere più. Una via di uscita, Lupita’s way.
(Corriere della Sera)Quest’anno le vittime «elettorali» sono circa un centinaio, meno di una decina negli ultimi giorni. Mentre i leader nazionali alzano i toni, sul terreno qualcuno dà prova di saggezza: sabato il governatore Nyong’o e il collega della vicina Kericho, il primo pro-Odinga il secondo pro-Kenyatta, hanno fatto un giro insieme tra le strade-barricate delle due contee chiedendo alla gente di non combattere più. Una via di uscita, Lupita’s way.
L'opposizione incita ai disordini
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In Kenya, dopo la ripetizione pochi giorni fa delle annullate elezioni presidenziali di agosto, l'opposizione e il suo leader Raila Odinga stanno aizzando i loro sostenitori con discorsi "infuocati" che incitando alla violenza. Lo ha dichiarato Martin Kimani, membro del governo del presidente uscente Uhuru Kenyatta con delega al terrorismo.
Kimani ha invece negato che la polizia stia prendendo di mira con azioni violente esponenti dell'opposizione. Odinga oggi ha chiesto che le elezioni vengano ripetute per la seconda volta entro 90 giorni dato che, secondo lui, sono state una "farsa". E ha concluso affermando che il Paese è in "serio pericolo"
Odinga vuole nuove elezioni entro 90 giorni
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L'oppositore keniano definisce una "farsa" il voto del 26 ottobre e dice: "i keniani non permetteranno a Kenyatta di governare con le armi"
Raila Odinga vuole elezioni entro 90 giorni in Kenya e lancia un appello alla calma. L’oppositore keniano ha visitato Kawangware, quartiere alla periferia di Nairobi teatro di scontri fra i suoi sostenitori e la polizia.
Riferendosi al presidente uscente, Odinga ha affermato: “Uhuru Kenyatta non può governare con le armi, i keniani non lo permetteranno”. Una cinquantina, in gran parte manifestanti dell’opposizione, le persone rimaste uccise dalle elezioni di agosto, invalidate dalla Corte Suprema. Il voto si è ripetuto giovedì scorso.
“Le elezioni sono state una farsa, è la migliore descrizione”, ha detto Odinga. “Credo non siano state affatto delle elezioni. L’affluenza è di tre milioni e mezzo ma lui parla di 7,2 milioni e per questo si possono definire una farsa o perlomeno elezioni caotiche”
Human Rights Watch e Amnesty International hanno denunciato i metodi brutali della polizia nei confronti dei manifestanti come l’uso di pallottole vere e proprie contro i dimostranti in fuga. L’opposizione aveva esortato a boicottare le elezioni, in quattro regioni dell’ovest il voto non si è svolto. L’affluenza sarebbe del 35%, mentre ad agosto era stata dell’80%.