venerdì 13 ottobre 2017

Nigeria. Rapito a Benin City un sacerdote italiano

Bloccato da un gruppo armato mentre si stava recando a Benin City. Al lavoro la Farnesina e il gruppo antiterrorismo della procura di Roma.

Don Maurizio Pallù, il sacerdote rapito a Benin City

Un sacerdote italiano della diocesi di Roma è stato sequestrato ieri in Nigeria. Sull'accaduto è già stata allertata l'unità di crisi della Farnesina e la Procura di Roma, gruppo Antiterrorismo, ha aperto un fascicolo di indagine.

In base a quanto si apprende, il sacerdote è stato bloccato ieri, insieme ad altre 4 persone, mentre si stava recando a Benin City, nel sud della Nigeria. I quattro sono stati fermati da un gruppo armato che li ha rapinati di tutti i loro averi e ha rapito il sacerdote che si trova in missione in Nigeria da tre anni dove, tra l'altro, seguiva un progetto per il reinserimento di ragazze nigeriane rientrate dall'Italia dopo essere state vittime di sfruttamento sessuale. L'indagine della Procura di Roma è affidata al PM Sergio Colaiocco.
(Huffington Post)

Aggiornamento (14 ottobre 2017)
Si chiama don Maurizio Pallù e appartiene della diocesi di Roma. In base a quanto si apprende, il Prete, appartenente al Cammino neocatecumenale, è stato bloccato ieri, insieme ad altre quattro persone, mentre si stava recando a Benin City, nel sud della Nigeria. I cinque sono stati fermati da un gruppo armato che li ha rapinati di tutti i loro averi e ha rapito il Sacerdote che si trova in missione in Nigeria da tre anni.

La Procura nel fascicolo avviato sull’accaduto procede per il reato di sequestro per fini di terrorismo; l’indagine è affidata al pm Sergio Colaiocco.

La Farnesina conferma che attraverso l’Unità di crisi sta seguendo, sin dall’inizio, la vicenda di un connazionale che risulta tuttora irreperibile in Nigeria, nella zona meridionale del paese. Ogni sforzo è in atto al fine di accertare i fatti in una doverosa cornice di riservatezza. Lo rendono noto fonti del Ministero degli Esteri.

Don Maurizio Pallù è nato a Firenze il 18 ottobre 1954. Nel 1971 ha incontrato il Cammino neocatecumenale. Nel 1977, si legge in una breve biografia pubblicata dalla parrocchia di San Bartolomeo in Tuto a Casellina (Firenze), si è laureato in Storia e dopo sei anni è partito come missionario laico per undici anni in vari paesi. Nel 1988, alla morte del padre, è entrato nel seminario «Redemptoris Mater» di Roma. Nel 1991 è stato ordinato presbitero e dopo due anni, trascorsi lavorando come cappellano, in due parrocchie di Roma, è stato inviato in Olanda.

«Monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, è stato avvisato del sequestro del sacerdote della diocesi di Roma in missione nel sud della Nigeria. Vive insieme a tutta la Chiesa di Roma un’apprensione, sperando e pregando, soprattutto, che questo suo figlio possa tornare presto in libertà ed essere riabbracciato e riaccolto dalla sua Chiesa madre». È quanto afferma al Sir don Walter Insero, responsabile dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, a seguito del rapimento.

«C’è apprensione e preoccupazione – aggiunge don Insero – ma allo stesso tempo la Chiesa si unisce in preghiera, pregando per lui e per la sua liberazione»

«Papa Francesco è stato informato del sacerdote italiano rapito in Nigeria, don Maurizio Pallù, e sta pregando per lui». Lo riferisce via Twitter il direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke.

«Per ora non abbiamo buone notizie ma abbiamo fiducia e continuiamo a sperare che a breve don Maurizio venga liberato. Le forze dell’ordine stanno facendo del tutto per rintracciarlo. Tra poco i rapitori dovranno rilasciarlo perché non è facile portare in giro un italiano nel bosco senza essere visti. Anche noi abbiamo mobilitato e impiegato tutte le forze possibili. Dobbiamo continuare a pregare perché prima o poi verrà rilasciato». Lo ha detto l’Arcivescovo di Abuja (capitale della Nigeria), il cardinale nigeriano John Olorunfemi Onaiyekan, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000.

«Ho parlato con l’arcivescovo di don Maurizio – ha aggiunto Onaiyekan – perché è qui con me insieme agli altri vescovi della Nigeria per celebrare la festa dell’anno mariano che si conclude oggi. Anche l’Arcivescovo è in attesa di buone notizie. Con don Maurizio non c’erano suore ma solo altri passeggeri»
(La Stampa)



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