"Niente riforme, niente elezioni". È lo slogan di piazza che sintetizza le ragioni dell'opposizione kenyana che ha deciso di non correre alle presidenziali del 26 ottobre. Raila Odinga ha fatto sì che le elezioni dell'8 agosto risultassero nulle e Raila Odinga ora si ritira perché le riforme al sistema elettorale non sono state attuate.
Nei giorni passati il leader kenyano dell'opposizione, storico sfidante dell'attuale presidente in carica Uhuru Kenyatta, aveva dichiarato che se non fossero state introdotte le riforme necessarie a garantire un voto trasparente, tra cui le dimissioni di gran parte della Commissione elettorale, avrebbe rinunciato alla corsa elettorale. E così è stato.
Dopo aver perso le elezioni con un margine di 1,4 milioni di voti andati a Uhuru Kenyatta, Odinga si era rivolto alla Corte Suprema di Nairobi per denunciare brogli elettorali. In una sentenza storica della Corte, le elezioni sono state annullate per provata manipolazione dei dati e riconvocate prima il 17 ottobre e poi il 26.
La mossa politica di Odinga solleva problematiche costituzionali di non poco conto. Le opzioni sono due: Uhuru Kenyatta si presenta da solo o le elezioni slittano a una data da definirsi entro 90 giorni, vale a dire a gennaio 2018. Al momento la più probabile sembra la prima perché Kenyatta non ha alcuna intenzione di procrastinare il voto. Ma probabilmente non correrà da solo. La Corte suprema ha infatti ordinato la riammissione del candidato Ekuru Aukot, terzo classificato alle presidenziali dell’8 agosto.
Aukot, che ha ricevuto 27mila voti, è stato uno dei firmatari della petizione contro la rielezione di Kenyatta e quindi è un legittimo candidato alla presidenza. Continua quindi il pugno di ferro tra i due storici rivali mentre l'economia kenyana è a rischio collasso insieme alla pace dei kenyani che ogni giorno assistono a manifestazione e scontri nelle strade del Paese.
Scontri con la polizia. Quattro persone hanno riportato ferite di arma da fuoco e sono state ricoverate in ospedale nella contea di Kisumu, una roccaforte dell'opposizione kenyana, dove la polizia ha sparato proiettili veri per disperdere una manifestazione che chiedeva cambiamenti alla commissione elettorale prima della tornata delle elezioni presidenziali del 26 ottobre.
I ferimenti sono avvenuti vicino alla baraccopoli di Kondele a Kisumu City, sul Lago Vittoria, nell'ovest del paese. Il Kenya in preda alla tensione dopo che il capo dell'opposizione, Raila Odinga, ha annunciato che non intende partecipare alla ripetizione delle elezioni presidenziali annullate in agosto.
(la Repubblica)
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