venerdì 13 ottobre 2017

Mafia Nigeriana, crescono le denunce contro sfruttatori e mamam

Brescia. Picchiata, violentata e costretta a prostituirsi in strada. Arrestato il suo sfruttatore, un 21enne nigeriano.


Lasciare la Nigeria e partire per l'Italia fidandosi di una promessa. È successo ad una ragazza nigeriana, da poco maggiorenne, arrivata su territorio italiano nel 2016 attirata da un connazionale 21enne che le prometteva un impiego come parrucchiera. Invece, la ragazza, è stata costretta a prostituirsi.

Dopo mesi di indagini, e grazie anche alla denuncia della giovane, il ventunenne è stato arrestato ed è ora tenuto in custodia cautelare in carcere per violenza carnale, sequestro di persona, induzione e sfruttamento della prostituzione.

Secondo quanto ricostruito dalla Polizia di Brescia lo sfruttatore l’aveva rinchiusa in un appartamento nell'hinterland della città, picchiandola e violentandola, costringendola a prostituirsi per strada, prima a Gorlago nel bergamasco, e poi alla Mandolossa, zona industriale di Brescia. Proprio qui è riuscita a chiedere aiuto agli agenti che poi hanno avviato le indagini e quindi arrestato il suo sfruttatore.

Cagliari. Botte e sevizie alle nuove schiave, i terribili racconti delle giovani nigeriane davanti al giudice durante l'incidente probatorio.


Non solo le consuete maledizioni e i riti woodoo per tenere soggiogate le giovani nigeriane e costringerle a prostituirsi, ma anche un rituale magico lanciato dagli sciamani direttamente dalla Nigeria che terrorizza talmente le ragazze da legarle a doppio filo agli uomini che le rendono delle schiave del sesso.

LA BANDA. È una sequenza agghiacciante di testimonianze l'incidente probatorio che si sta celebrando davanti al GIP Giuseppe Pintori, dove stanno sfilando, protette dalla polizia giudiziaria, le vittime di una banda di trafficanti di donne.

Siamo ancora in fase d'indagine, ma la Direzione distrettuale antimafia è convinta di avere individuato nel Cagliaritano una delle bande più feroci specializzate nell'importazione di giovani ragazze da far prostituire tra via dell'Artigianato, via del Commercio, viale Elmas e viale Monastir.

A coordinare l'inchiesta, una delle più importanti avviate in terra sarda, è la sostituta procuratrice Rita Cariello che ha iscritto nel registro degli indagati tredici nigeriani (sette sono donne) con le ipotesi di "tratta di persone" e "riduzione in schiavitù". Gli indagati arrivano tutti dalla Nigeria e hanno tra i 18 e i 45 anni: secondo la Dda avrebbero costretto almeno otto giovanissime, alcune appena maggiorenni, a restare chiuse in casa e uscire solo per prostituirsi.

LE TESTIMONIANZE. Sono tre le ragazze che si sono presentate l'altra mattina davanti al GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) per l'incidente probatorio: la loro testimonianza, resa a porte chiuse, varrà come una prova al processo.

Una ragazza ha raccontato di essere stata rinchiusa in un appartamento in città, tenuta a lungo sotto chiave, presa e portata direttamente nel luogo assegnato per prostituirsi. La vittima-testimone ha spiegato, assistita dal traduttore, che vivevano in gruppo e che anche il frigorifero era chiuso con un lucchetto.

Terrificanti i racconti dei pestaggi subiti quando non raggiungevano il guadagno minimo serale, quello fissato dagli sfruttatori per il "riscatto" o per "l'affitto" dell'angolo di marciapiede assegnato a ciascuna di loro.

In un caso una ragazzina, poco più che maggiorenne, sarebbe stata picchiata da quatto persone e sfregiata a una mano perché ricordasse la lezione. A gestire le schiave del sesso, incassare i soldi e decidere le punizioni, stando alle poche indiscrezioni filtrate dall'udienza che si è tenute a porte chiuse e con la sorveglianza armata dei carabinieri, sarebbero state alcune delle donne indagate (le mamam).


Rituale woodoo
LA MALEDIZIONE. Una delle vittime ha svelato che, oltre al woodoo, la banda in Nigeria disporrebbe anche di un santone che pratica la magia nera su richiesta e, in particolare, il rito "ju ju". La giovane l'ha ricevuto nel suo paese e, da quel momento, la sua vita era totalmente in mano agli uomini della banda che l'avevano riscattata.

Le indagini effettuate dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari avrebbero scoperto che lo sciamano, davanti alla donna, avrebbe ucciso un gallo e, dopo avergli estratto il cuore, l'avrebbe bagnato con la grappa. Prima di bere la miscela di alcol e sangue, la vittima avrebbe assunto l'impegno al silenzio, giurando anche di restituire i soldi del riscatto. Un sigillo magico che terrorizza e tiene psicologicamente succubi le giovanissime nigeriane.

Prostituzione a Palermo. "Proventi da almeno 10 milioni l'anno"


Nel giorno della Giornata mondiale delle bambine e delle adolescenti a Palermo una giovane nigeriana costretta a prostituirsi è riuscita a scappare dalla sua 'mamam' e ha chiesto protezione per affrancarsi dallo sfruttamento.

Solo a Palermo i proventi della tratta sono di 10 milioni di euro l'anno, ma è un dato "sottostimato". Ad annunciarlo è stato l'attivista Nino Rocca, nel corso della conferenza del progetto antimafia promosso dal centro studi Pio La Torre e dedicata al "Ruolo delle mafie e restringimento dei diritti, il sistema della corruzione, della violenza e della tratta"

Alla conferenza, tenutasi al cinema Rouge et noir di Palermo, sarebbe dovuta intervenire Osas, una delle donne nigeriane che è riuscita ad affrancarsi dallo sfruttamento della prostituzione e presidentessa del gruppo "Donne di Benin City di Palermo". Ma la fuga della giovane nigeriana l'ha costretta ad attivare una serie di misure di protezione urgenti previste in questi casi. L'associazione "Donne di Benin City" di Palermo ha annunciato un incontro questo sabato in occasione della giornata europea contro la tratta alle 10 alla Chiesa di San Giovanni Decollato nel capoluogo siciliano per discutere dello sfruttamento delle minori nigeriane.


Favour, uccisa da un cliente
a Palermo nel 2011
La stessa sera, alle 22, in via Filippo Juvara, ci sarà un momento di preghiera, seguito da una fiaccolata in ricordo di Loveth, la nigeriana che fu trovata seminuda e senza vita vicino a dei cassonetti in una periferia di Palermo. Il 18 ottobre, alle 16, alla Favorita il gruppo "Donne di Benin City" farà un momento di preghiera in ricordo di un'altra vittima, Favour, nel luogo dove è stata avvistata l'ultima volta prima di essere uccisa da un cliente.



Articolo a cura di
Maris Davis

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