Molte delle studentesse nigeriane rapite lo scorso mese a Dapchi dai jihadisti di Boko Haram hanno potuto tornare dalle loro famiglie. Dai rapitori il messaggio "non mandate più le vostre figlie a scuola"
Non è ancora chiaro come e perché sia avvenuta la liberazione, ma il governo nigeriano aveva detto che era disposto a negoziare con i rapitori, come aveva già fatto dopo il sequestro delle 276 studentesse rapite a Chibok nell'aprile 2014.
L'avvertimento di Boko Haram
"Non mandate più le vostre figlie a scuola": è stato questo, secondo un testimone, il monito con cui i jihadisti di Boko Haram hanno accompagnato la liberazione di alcune ragazze rapite a Dapchi. Del resto il nome stesso Boko Haram significa "l'istruzione occidentale è proibita", e l'ognanizzazione jihadista vuole imporre al Paese la sharia, ovvero la legge islamica.
Nel 2015 si affiliò all'Isis instaurando nella regione nord-orientale della Nigeria uno Stato Islamico, territori e città riconquistate definitivamente solo con l'intervento congiunto degli eserciti di Camerun, Ciad, Niger e Nigeria all'inizio dello scorso anno.
Nel 2015 si affiliò all'Isis instaurando nella regione nord-orientale della Nigeria uno Stato Islamico, territori e città riconquistate definitivamente solo con l'intervento congiunto degli eserciti di Camerun, Ciad, Niger e Nigeria all'inizio dello scorso anno.
Liberate e riportate ai loro familiari, ma non tutte
Sul Wall Street Journal viene riportato anche che le ragazze liberate sarebbero “decine” ma che altre, invece, sarebbero morte. "Le ragazze, ha raccontato Bashir Manzo, che guida un gruppo di supporto ai familiari delle studentesse sequestrate, sono state riportate indietro, su 10 veicoli e lasciate fuori dalla scuola alle 8 di mattina.
Secondo quanto riferito da un assistente del presidente Buhari le giovani liberate sarebbero 76, mentre non si conosce la sorte delle altre 34.
Secondo quanto riferito da un assistente del presidente Buhari le giovani liberate sarebbero 76, mentre non si conosce la sorte delle altre 34.
La denuncia di Amnesty. L'esercito nigeriano ha ignorato gli avvertimenti sull'arrivo dei miliziani di Boko Haram
La scuola di Dapchi dopo l'attacco del 19 febbraio scorso |
Ma, come a Chibok, l'organizzazione di difesa dei diritti umani denuncia che le forze militari erano state allertate della presenza di una colonna di Boko Haram che si stava avvicinando nella cittadina di Dapchi, e tuttavia non sono intervenute.
Proprio Amnesty International si è pronunciata sulla vicenda, sostenendo che l'area di Dapchi non sia sufficientemente presidiata dall'esercito, nonostante sia in questa regione che Boko Haram opera.
"Le autorità nigeriane sono venute meno al loro dovere di proteggere i civili, esattamente come fecero a Chibok quattro anni fa. Nonostante fossero state ripetutamente informate che Boko Haram si stava dirigendo verso Dapchi, né la polizia né le forze armate hanno fatto nulla per impedire il rapimento"
(Avvenire)"Le autorità nigeriane sono venute meno al loro dovere di proteggere i civili, esattamente come fecero a Chibok quattro anni fa. Nonostante fossero state ripetutamente informate che Boko Haram si stava dirigendo verso Dapchi, né la polizia né le forze armate hanno fatto nulla per impedire il rapimento"
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