giovedì 16 giugno 2016

Benevento, 36enne nigeriana uccisa a colpi di pistola nei pressi della stazione

Il suo corpo senza vita è stato ritrovato nei pressi della linea ferroviaria a Benevento non distante dalla stazione centrale. Si chiamava Hester Jonshon, la donna nigeriana e abitava a Castel Volturno, ma ogni giorno si recava a Benevento per prostituirsi proprio dove è stato ritrovato il suo corpo crivellato con sei colpi di pistola. Un luogo appartato lungo la ferrovia non distante dalla stazione centrale.

Ma quanto può interessare una notizia del genere? E a chi? A nessuno.

Ogni giorno prendeva il treno da Castel Volturno a Benevento, per poi rientrare il mattino successivo, L'hanno massacrata con sei colpi di pistola, segno di efferato accanimento contro di lei. Lo sguardo di un ferroviere l'ha notata. Per un attimo, immaginare il cammino che porta dall'Africa alla morte in Italia, in mezzo ai cespugli che circondano la ferrovia. Per un attimo, poi si torna alla nostra vita complicata di ogni giorno.

A riconoscere la donna sono stati i due fratelli della donna che nel pomeriggio di ieri, dopo averla contatta senza esito e non vedendola rientrare, ne avevano denunciato la scomparsa. Il corpo è poi stato trasportato presso l’obitorio dell’Ospedale Rummo dove nei prossimi giorni verrà effettuata l'autopsia.

Il luogo del ritrovamento della donna nigeriana uccisa
Gli inquirenti non hanno dubbi, si tratta di omicidio. Resta ora da capire il movente ed identificare il killer. Diversi anche i bossoli recuperati sulla stradina adiacente al ritrovamento. Le indagini proseguono mentre chi indaga sta provando anche a rintracciare chi come Ester era solita sostare nelle vicinanze di via Grimoaldo Re. Sembrano improvvisamente sparite tutte le prostitute che frequentavano la zona.

Quello che è sicuro è che la donna conosceva il suo assassino perché si era appena appartata con lui, la pista privilegiata è quindi quella di un cliente abituale, ma non viene nemmeno trascurata la pista di un conoscente o di un connazionale. È noto che proprio in quel luogo le prostitute nigeriane pagano una specie di affitto (ai loro protettori) proprio per poter prostituirsi.

Una storia triste ed assurda che lascia tutti sgomenti ed attoniti. Una storia che attende ora risposte e la vita spezzata di una donna che merita giustizia.

Un'invisibile. Eppure anche chi è un fantasma sanguina.

In questo caso non si parla di femminicidio, e quindi non ci si indigna, perché se fai la prostituta è scontato che muori così. Infine, quando immaginiamo la nostra morte, ci vediamo circondati dai nostri cari, da chi ci ama. La foto, quasi classica, della polizia scientifica sembra essere normale. Invece sei straniera e per di più una prostituta, dopo una vita di dolore, quando muori sei circondata solo da sconosciuti in tuta bianca abituati a scrutare la morte degli altri.

Sarà sempre un estraneo ad accompagnarci alla fine.
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