L’odio islamico colpisce ancora la Nigeria, massacrati almeno 50 pescatori sul lago Ciad
Il 22 dicembre un gruppo di miliziani Boko Haram ha fatto la sua comparsa in alcune isole sul Lago Ciad, massacrando una cinquantina di pescatori di diverse nazionalità: prevalentemente camerunensi, ciadiani e nigeriani. È successo pochi giorni prima di Natale, ma la notizia della carneficina è trapelata sui media internazionali solamente solamente in questi giorni.
Terroristi sanguinari
I sanguinari terroristi, secondo lo straziante racconto di un sopravvissuto camerunense, che per giorni in stato di choc si era nascosto nella boscaglia, sarebbero arrivati su una piroga a motore, simile a quelle usate dai commercianti ambulanti. Dunque i pescatori non si sarebbero sentiti minacciati finché l’imbarcazione non si è accostata. È allora che è iniziato la mattanza, una carneficina in diverse borgate di pescatori.
Le vittime sgozzate con coltelli e macete
Questa volta i miliziani di Boko Haram non hanno usato i soliti fucili, ma hanno sgozzato le loro vittime a sangue freddo. Solo giorni più tardi, quando i familiari non hanno visto ritornare i propri congiunti, è stata fatta la macabra scoperta: decine di corpi galleggianti sulle acque del Lago Ciad. Due bambini mancano all’appello e, secondo il sindaco di Blangoua, regione dell’Estremo Nord del Camerun, sarebbero stati rapiti dai terroristi.
Il Lago Ciad e la crisi umanitaria in atto
Il bacino del Lago Ciad è situato nella parte centro-settentrionale dell’Africa sui confini di Nigeria, Niger, Ciad e Camerun. E questo ennesimo attacco da parte dei terroristi riporta alla luce la fragilità di questo territorio, abbandonato e dimenticato da tutti. L’esercito ciadiano non effettua più pattugliamenti nell'area da diverso tempo e, malgrado la presenza di militari camerunensi sulla terraferma, i soldati non controllano le isole, abbandonate così a se stesse. Un pescatore ha confessato: “Siamo tutti terrorizzati. Nessuno ci protegge”
Nel bacino attorno al Lago Ciad è in atto una gravissima crisi umanitaria che coinvolge circa 5 milioni di persone. L'abbassamento del lago a causa di una persistente siccità e la presenza dei terroristi di Boko Haram che hanno devastato la già fragile economia sono le cause principali di un dramma dimenticato dal mondo e che sembra non avere mai fine. Sono luoghi difficili da raggiungere anche per le associazioni umanitarie che operano nella regione. Distruzione di interi villaggi, decine di migliaia di persone costrette ad abbandonare i luoghi di origine, mancanza di comunicazioni fanno della regione fanno del Lago Ciad un luogo pressoché isolato dal resto del mondo e dove perfino l'esercito non si addentra volentieri, nemmeno per difendere la popolazione civile dalle continue incursioni dei miliziani islamisti.
Un massacro confermato
Midjiyawa Bakary, governatore della regione Estremo-Nord del Camerun ha confermato la vile aggressione terrorista. Il governatore ha anche sottolineato che da quando i soldati della Multi-National Joint Task Force (formazione multinazionale combinata che comprende militari degli eserciti del Benin, Camerun, Ciad, Niger e Nigeria con sede a N’Djamena, capitale del Ciad, incaricata di porre fine all'insurrezione jihadista del 2015), hanno lasciato l’area perché davvero mal equipaggiati. Le sponde del Lago Ciad sono quindi ormai lasciate in balia ai terroristi di Boko Haram.
(Africa Express)
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