Decine e decine sono gli attentati compiuti da Boko Haram nelle regioni del nord-est della Nigeria in un solo anno. Dal 2014 i miliziani nigeriani hanno ucciso e massacrato almeno 7.000 civili, distrutto, incendiato e raso al suolo decine di villaggi, chiese e luoghi di culto, rapito almeno duemila tra donne, ragazze e bambini, e provocato un milione e 200 mila profughi.
L'offensiva dell'esercito nigeriano contro i terroristi islamici, coadiuvato dagli eserciti di Niger, Camerun e Ciad, ha messo in crisi l'organizzazione terroristica nigeriana che quindi ha cambiato tattica ed è tornata a colpire con attentati in luoghi affollati come mercati e centri commerciali, e luoghi di culto, non solo nei territori orientali della Nigeria, ma anche nelle regioni nelle vicinanze del lago Ciad dei confinanti Camerun, Niger e dello stesso Ciad.
In risposta a questi attacchi con le bambine, il nuovo governo di Muhammadu Buhari per un periodo circoscritto aveva vietato alle donne di indossare il "burqa" per le strade. Ma è servito a poco. C'è un motivo preciso, anche se piuttosto comune e banale, dietro l'impiego di ragazze e bambine per gli attacchi suicidi, portano gonne lunghe o veli, che gli permettono di nascondere più facilmente gli ordigni e destano meno sospetti.
Secondo alcune stime l'organizzazione terroristica avrebbe "utilizzato" più di 50 "ragazze kamikaze" in Nigeria e Camerun dal giugno 2014, quasi una a settimana, con età a partire dai dieci anni, e in un caso accertato anche una bambina di otto anni. Poi bisogna mettere in conto i rapimenti, i matrimoni forzati, le violenze e gli stupri seriali. Nemmeno l'ISIS sembra aver osato tanto fino ad ora.
Questa scia di sangue ha ovviamente contribuito ad esasperare il clima di paura, nonostante le incursioni degli eserciti di Ciad, Niger e Camerun qualche risultato abbiano iniziato a produrre, in primis limitando le capacità del gruppo di muoversi liberamente in un territorio che prima e di assoluto dominio dei jihadisti.
È assai probabile che il leader Abubakar Shekau abbia iniziato ad intensificare la sua campagna di terrore urbano poiché è consapevole di non disporre delle risorse sufficienti per ingaggiare una guerra convenzionale contro le autorità nigeriane.
L'utilizzo di donne o bambine per portare a termine attacchi suicidi, oltre che un fatto agghiacciante, potrebbe essere il segno di un progressivo declino dell'organizzazione. Così come lo è stato l'adesione al Califfato di "Al Baghdadi", che oltre a costituire la formalizzazione di un'intesa, è apparso fin da subito il tentativo di fare cartello con i "fratelli" dell'ISIS in un momento di estrema difficoltà.
Boko Haram a fianco dell'ISIS anche in Siria. Dopo aver inviato nel mese di settembre almeno 200 uomini a Derna in Libia, è di oggi l'informazione che anche in Siria a fianco dell'ISIS è apparso un distaccamento di Boko Haram arrivato dalla Nigeria.
Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione presidenziale russa, Serghei Ivanov, come riporta Ria Novosti. Ivanov ha aggiunto che a combattere i terroristi dei vari gruppi in Siria è l'esercito governativo e la milizia curda. Inoltre, i raid russi contro i terroristi "senza le operazioni di terra delle forze armate siriane, non avranno successo"
Insomma un Boko Haram, che in Nigeria è in crisi, cerca di "esportarsi". Prima in Libia e adesso in Siria, cerca una legittimazione agli occhi delll'ISIS, senza escludere che possa anche cercare all'estero quei rinforzi e quei finanziamenti che ormai in "patria" ha sempre più difficoltà a trovare.
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