"Basta convegni, progetti e tutor. Le protagoniste della lotta siamo noi, ex-ragazze vittime di tratta"
"Per la prima volta in Italia e in Europa, le vittime della tratta si presentano direttamente e senza mediazioni alla opinione pubblica, agli altri servizi, alle istituzioni per affermare che non è più possibile prendere decisioni e attivare iniziative senza o contro le vittime della tratta"
Tutto è business, e potrebbe esserci (anzi c'è già) anche un business della lotta alla tratta. Associazioni, fondazioni, progetti finanziabili con fondi europei, eventualmente corsi di formazione. Intanto le vittime di tratta restano in strada, costrette a continuare a prostituirsi per poter mangiare il giorno dopo. Migliaia e migliaia di euro spesi in congressi e progetti mentre le ragazze sono alla fame.
Come Bose, che dalla prostituzione era uscita, costretta a rientrarvi per mantenere se stessa e i suoi bambini. Tornata in strada, Bose è stata uccisa (a Palermo alla vigilia di Natale del 2013).
Isoke ex vittima di tratta |
A Palermo 50 ragazze quasi tutte nigeriane hanno costituito insieme a Isoke un’associazione che dà una mano alle altre ragazze, e oggi 18 ottobre celebrano la Giornata Europea contro la Tratta.
Maris Davis nel 2011 |
Nel mio piccolo scrivo e informo l'opinione pubblica per sensibilizzare sul fenomeno della tratta di Ragazze dalla Nigeria, e nel mio ruolo di mediatrice culturale cerco di aiutare le mie connazionali ad uscire dall'inferno in cui si trovano.
In questi ultimi anni sono sorte associazioni nuove, nuovissime, che si occupano di tratta, molte di queste servono solo a veicolare denari pubblici che vengono erogati sia dal Dipartimento delle Pari Opportunità del ministero dell'Interno che dall'Unione Europea. Soldi che "teoricamente" dovrebbero aiutare le ragazze che in Italia sono costrette a prostituirsi.
A nostro avviso sono soldi usati solo per organizzare convegni, dibattiti, escursioni notturne per portare "bibite calde" a ragazze che difficilmente possono uscire dalla loro condizione di schiavitù.
Un traffico in aumento esponenziale se si pensa che solo nei primi nove mesi del 2015 sono "sbarcate" in Italia più di 4.000 ragazze provenienti dalla Nigeria contro le mille dello scorso anno. In questo momento in Italia ci sono dalle 27.000 alle 30.000 ragazze nigeriane vittime di schiavitù sessuale.
Oggi, nella Giornata Europea contro la Tratta, diciamo BASTA. Abbiamo richieste e proposte perché contro la tratta non si decida e non si agisca senza di noi. E alla fin fine, contro di noi.
Adesso parliamo noi. Nessuno può farlo al posto nostro, nessuno può prendere decisioni sulla nostra testa. Noi vittime di tratta non vogliamo più essere oggetto di interventi, ma soggetti concreti della lotta alla mafia nigeriana.
Noi ragazze chiedono di sedere ai tavoli dove si discute e si decide su tratta e prostituzione.
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