martedì 15 marzo 2011

Al Bano dedica il brano di San Remo alle "Ex-Ragazze di Benin City"


"Amanda è libera" la canzone presentata all'ultimo Festival di Sanremo da Albano Carrisi (arrivata 3ª) è ispirata ad un fatto realmente accaduto in Italia, l'omicidio di una ragazza nigeriana di 28 anni. Doris Iuta, Arrivata in Italia con la promessa di un lavoro, costretta poi invece a prostituirsi, e infine uccisa alla vigilia di Pasqua nel marzo 2008 in una strada provinciale vicino a Livorno.

Un brano non solo contro la violenza sulle donne, ma contro la violenza verso tutto il genere umano.

È anche la mia storia, è la storia di tante ragazze nigeriane.. molte di loro brutalmente violentate, e magari uccise perché si vogliono ribellare, e a volte anche "stuprate" da clienti violenti che vanno a "puttane" solo per derubare il loro misero "incasso".

Grazie Al Bano, ti voglio bene perché hai evidenziato un problema che esiste ancora e non avrà fine, se persone come te non lo denunciano e sensibilizzano la gente. E complimenti, è anche una bella canzone..

AMANDA E’ LIBERA (Al Bano Carrisi, F. Berlincioni, A. Paoletti)

Nell’aria tiepida della periferia
Amanda è libera piena di fantasia
sembra più piccola degli anni che lei ha
curva come una virgola di una frase a metà
occhi che sognano giorni di libertà
una speranza che sembra un’eternità
branco di uomini ricchi d’infamità
promesse solite che Amanda non sa
Amanda è libera come una rondine
sopra le nuvole della sua ingenuità
Amanda è libera, serena e fragile
ora può ridere, è giusto alla sua età…
ora può vivere nella nuova realtà
Amanda è un «numero», l’han messa in regola
lungo l’asfalto che è nero di povertà
notti di Venere, piene di oscenità
giorni di cenere senza più dignità
Amanda è libera dentro una lacrima
che bagna l’anima e la sua ingenuità
Amanda è libera solo nell’anima
dentro una macchina che più strade non ha
Amanda è immobile sembra sorridere
a chi si ferma lì chiedendosi: PERCHE’?
Amanda è un angelo che amava vivere
Amanda è un angelo di un volo a metà
Amanda è un angelo che amava vivere
Amanda è un angelo di un volo a metà


La Storia di Doris Itua
Doris Itua (2008) - "Amanda"
Cadavere nel bosco. Il corpo senza vita l'ha trovato un'amica nel pomeriggio di Pasqua del 2008. Era rannicchiata in posizione quasi fetale nel boschetto fra Nugola e Castell'Anselmo lungo la provinciale per Collesalvetti in Provincia di Livorno.

Massacrata a colpi di coltello (tredici secondo l'autopsia) il giorno prima. 48 ore senza nome. L' identificazione arriva solo due giorni più tardi, anche l'amica che divideva con lei l'appartamento a Pontedera dice di conoscerne solo il soprannome: "Amanda". Si chiama Doris Iuta, 28 anni, nigeriana.

Abitava a Pontedera, arrivava in treno alla stazione di Livorno e andava in autostop fino al luogo in cui attendeva i clienti. Idem al ritorno, grossomodo al tramonto. Il telefonino. Il cellulare della vittima non viene trovato accanto al cadavere. Inizialmente gli inquirenti ammettono molta importanza all'apparecchio perché pensano che dai tabulati delle telefonate si possa ricostruire il giro di clienti.

Quel cellulare viene ritrovato agli inizi di maggio nelle mani di un commerciante livornese (che però la polizia ritiene estraneo a ogni coinvolgimento). Finisce così in trappola chi gliel'ha venduto. L'omicida. Ad uccidere Doris è stato Alessio Nigrì, 24 anni, operaio, livornese per l'anagrafe ma abitante a Luciana, nei pressi di Fauglia (Pisa), emerge che l'ha uccisa per rapinarla. Gli trovano un coltello cinese, l'esame del dna conferma che il sangue sulla doppia lama è quello della ragazza nigeriana.

Il processo. Nel gennaio 2009 in primo grado (con rito abbreviato) il giudice condanna a 30 anni l'operaio livornese, niente perizia psichiatrica, anzi pena più severa perfino di quanto aveva chiesto il PM. Dieci mesi dopo però, in appello, la condanna viene ridotta a 18 anni.

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