martedì 5 luglio 2016

Smantellata banda di trafficanti di esseri umani, 38 arresti in tutta Italia

Blitz della polizia contro traffico di migranti: 38 arresti in varie città italiane. L’inchiesta partita da un pentito. A Roma individuata la centrale finanziaria del gruppo, sequestrati 500mila euro. Il blitz scattato anche grazie alla collaborazione di un trafficante pentito che ha parlato anche di un traffico di organi. Gli schiavisti sono eritrei, etiopi e un italiano.

Le accuse a vario titolo sono per reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, all'esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria, nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.

La centrale a Roma. Individuata a Roma la centrale delle transazioni finanziarie, in un esercizio commerciale dove sono stati sequestrati 526.000 euro e 25.000 dollari in contanti, oltre a un libro mastro riportante nominativi di cittadini stranieri e utenze di riferimento.

Le dichiarazioni del pentito. Il blitz è scattato anche grazie alla collaborazione del primo trafficante di esseri umani "pentito" che da un anno collabora con la giustizia italiana. Nella sola estate del 2015 il gruppo criminale avrebbe gestito almeno sei sbarchi con i quali sono giunti a Palermo oltre 4.000 migranti, che dopo la traversata in mare vengono aiutati a fuggire dai centri di accoglienza per poi essere portati, dopo ulteriori pagamenti, a Roma o Milano, da dove proseguono il loro viaggio verso le destinazioni desiderate, principalmente la Germania, l’Olanda e la Scandinavia.

"I migranti che non possono pagarsi il viaggio consegnati agli egiziani e uccisi per prelevarne gli organi da rivendere a 15 mila dollari l’uno. Talvolta i migranti non hanno i soldi per pagare il viaggio che hanno effettuato via terra, né a chi rivolgersi per pagare il viaggio in mare, e allora mi è stato raccontato che queste persone che non possono pagare vengono consegnate a degli egiziani, che li uccidono per prelevarne gli organi e rivenderli in Egitto per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare questi egiziani vengono attrezzati per espiantare l’organo e trasportarlo in borse termiche"

È l’aspetto più atroce che emerge dalle confessioni di Nuredin Atta Wehabrebi, il primo trafficante di esseri umani "pentito" che da un anno collabora con la giustizia italiana. Sulla base delle sue dichiarazioni, la Procura di Palermo ha ordinato il fermo di 38 persone accusate, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altri reati.

Il fatturato da milioni di euro. A parte l’accenno agli organi espiantati e venduti, di cui dice di aver saputo dai capi con cui ha lavorato in Libia, oltre che da alcuni migranti sopravvissuti, Atta Wehabrebi si è dilungato nelle sue dichiarazioni sull'organizzazione di cui ha fatto parte, che stando alle cifre ricostruite ha "fatturato" milioni di euro.

L’organizzazione opera come un vero e proprio network criminale, con diverse cellule operanti nei territori di riferimento, cui vengono attribuiti compiti specifici e determinati al fine di organizzare i viaggi e favorire così l’ingresso e la permanenza clandestina in Italia dei migranti. In un secondo momento viene organizzata la logistica per il loro allontanamento dal territorio italiano e raggiungere così la meta finale di tali viaggi, in genere un paese del Nord Europa, in cui il migrante raggiunge il suo gruppo familiare o i loro conoscenti.
(dal Corriere della Sera)

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