giovedì 8 febbraio 2018

Giornata contro la tratta. In Italia ci sono più di centomila le prostitute vittime di un sistema che riduce in schiavitù le donne

Suor Eugenia Bonetti, presidente della onlus Slaves no More, mette l’accento sul ruolo dei “consumatori”, che «alimentano i guadagni dei trafficanti». Serve una forte presa di coscienza. Il 90% dei clienti di prostitute sono cattolici.

Suor Eugenia Bonetti

Migrazione senza tratta. Sì alla libertà! No alla tratta!” Questo il tema della Giornata, che il Papa ha richiamato per sollecitare una presa di coscienza nella comunità ecclesiale e civile.

Sulle strade italiane ci sono centomila prostitute, 70-80mila sono africane, le altre provengono da Est Europa, America latina e Cina. Sono tutte vittime di un sistema che riduce in schiavitù le donne, che vengono violate fisicamente e psicologicamente”. Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, sintetizza così il fenomeno della tratta delle donne in occasione della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta che si celebra l'8 febbraio in occasione della memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita la schiava nera divenuta santa.

La maggior parte delle vittime provengono dalla Nigeria. Sono quasi tutte minorenni e analfabete. Pensano di trovare in Europa un luogo di riscatto dalla loro povertà. Per questo motivo attraversano il deserto e il Mediterraneo, tra sofferenze e fatiche inaudite. Ma ciò non impietosisce i trafficanti che, appena arrivate, le costringono a vendersi

Negli ultimi anni, prima di arrivare in Italia, vengono anche violentate e messe incinte. “I protettori, spiega suor Eugenia, sanno che le migranti incinte godono di percorsi facilitati per ottenere i permessi di soggiorno. Sanno anche che molti clienti delle prostitute chiedono ragazze incinte. Questo dimostra l’aberrazione della tratta, la violenza dei trafficanti e la grettezza dei clienti

Non si tratta solo di violenze fisiche, ma anche psicologiche. Le nigeriane vengono costrette a subire riti woodoo che le legano ai protettori. “Le ragazze – osserva ancora suor Eugenia – non hanno strumenti culturali per resistere a questi riti. Credono realmente a ciò che viene detto loro. In più, esse subiscono quotidianamente le percosse e le minacce di violenze sulle famiglie di origine. Per questi motivi hanno paura a liberarsi dai protettori

La prostituzione in Italia ha un giro di affari stimato in 32 miliardi di euro. Un capitale che fa gola anche alle mafie italiane che collaborano con i nigeriani. Per contrastare questo fenomeno, congregazioni religiose, Caritas e associazioni laiche hanno organizzato un lavoro in rete per aiutare le vittime della tratta.

A partire dagli anni Novanta, conclude suor Eugenia Bonetti, molte comunità religiose hanno iniziato ad accogliere le ragazze nigeriane fuggite ai trafficanti. Le abbiamo assistite dal punto di vista medico e psicologico. La abbiamo aiutate a studiare e a inserirsi nella nostra società. Da qualche anno, le aiutiamo anche a rientrare in patria. Per loro organizziamo progetti ad hoc e le accogliamo in due case una a Benin City e una a Lagos. Lavoriamo a stretto contatto con le suore locali in un lavoro che sta dando ottimi risultati. Qui in Italia serve un maggior impegno nelle comunità cristiane per sensibilizzare la gente sul tema della tratta. Speriamo che questa giornata possa servire ad aprire una riflessione sullo sfruttamento
(Agenzia Fides)


Avendo poche possibilità di canali regolari, molti migranti decidono di avventurarsi per altre vie, dove spesso li attendono abusi di ogni genere, sfruttamento e riduzione in schiavitù

"Le organizzazioni criminali, dedite alla tratta di persone, usano queste rotte migratorie per nascondere le proprie vittime tra i migranti e i profughi. Invito pertanto tutti, cittadini e istituzioni, a unire le forze per prevenire la tratta e garantire protezione e assistenza alle vittime. Preghiamo, tutti, affinché il Signore converta il cuore dei trafficanti, è brutta parola questa, trafficanti di persone, e dia la speranza di riacquistare la libertà a quanti soffrono per questa piaga vergognosa" (Papa Francesco)

Chi è Suor Eugenia Bonetti
Missionaria della Consolata, è stata per 24 anni in Kenya. Al ritorno comincia a lavorare in un Centro d’ascolto e accoglienza della Caritas di Torino, con donne immigrate, molte delle quali nigeriane, vittime di tratta. Dal 2000 è responsabile dell’Ufficio tratta dell’Unione superiori maggiori italiane (Usmi).

Attualmente coordina una rete di 250 suore di 70 diverse congregazioni, che operano in più di cento case di accoglienza. Il presidente Ciampi l’ha nominata nel 2004 Commendatore della Repubblica italiana.

Ha pubblicato diversi libri sul tema della tratta, tra i quali "Spezzare le Catene" del 2012 nel quale viene racconta anche la vicenda personale di Maris Davis, schiava sessuale e vittima della mafia nigeria tra il 1995 e il 2003.




Articolo a cura di
Maris Davis

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