giovedì 23 marzo 2017

Aggressione razzista a Rimini. Nigeriano richiedente asilo in fin di vita

Un richiedente asilo proveniente dalla Nigeria picchiato in strada, davanti ad un supermercato. Arrestato un 39enne per tentato omicidio aggravato dai motivi razziali.

Una violentissima aggressione razzista ha lasciato un ragazzo africano in fin di vita. È un nigeriano di 25 anni richiedente asilo, il giovane è stato aggredito nella serata del 22 marzo intorno alle 19 in una traversa di via Trieste a Rimini, davanti ad un supermercato. Ha fratture multiple, la milza spappolata e varie emorragie interne, ha superato la notte ma le sue condizioni sono gravissime. Ora è stabile ricoverato in terapia intensiva dell’ospedale della città romagnola.

Poco dopo il fatto l’aggressore, un 39enne nato a Roma ma residente a Rimini, è stato arrestato dagli uomini delle Volanti della Questura per tentato omicidio aggravato da futili motivi e da motivi razziali, così come disposto dal sostituto procuratore Davide Ercolani.

Secondo le testimonianze l'uomo, prima di prenderlo a pugni, avrebbe apostrofato la vittima con frasi razziste ("negro di merda, torna a casa tua"). L'aggressore, che ha diversi precedenti, ha prima preso a pugni e calci il nigeriano poi con un coltello lo ha colpito all'addome. Quando il ferito ha tentato di fuggire, l’italiano è salito in auto, lo ha inseguito e quindi investito lasciandolo a terra insanguinato.

Il giovane nigeriano è arrivato in Italia, sbarcando in Sicilia, a settembre scorso, poi è stato smistato attraverso il progetto Hub (Human Ecosystems) di Bologna ed assegnato a Rimini. È di religione cristiana e ha presentato istanza per l’asilo politico.

Dopo l’accaduto, ora che lotta tra la vita e la morte, il questore di Rimini Maurizio Improta sta valutando il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Sperando che le condizioni del giovane migliorino, il provvedimento di iniziativa del questore potrebbe accelerare le pratiche sull'asilo politico.

Nell'Italia che fa finta di non vedere, i "razzisti" esistono per davvero

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