mercoledì 7 agosto 2019

Metaponto, incendio in un capannone di braccianti. Muore migrante nigeriana

Lo stabile è l'ex complesso industriale "La Felandina", che da anni ospita immigrati che lavorano come braccianti nei campi. La struttura era da tempo in condizioni precarie. Il sindaco: "Abbiamo da tre mesi una ordinanza di sgombero degli immobili, occupati da circa 500 persone, ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono"


Della necessità di sgomberare al più presto il complesso industriale "La Feladina", ritenuto insicuro e malsano, era stato interessato anche il ministro dell'interno, ma da Salvini nessuna risposta. Forse il ministro "della sicurezza" preferisce occuparsi di altro, o magari preferisce sgomberare solo gli Sprar e i luoghi dove ci sono migranti che studiano e lavorano regolarmente, e avviati al percorso dell'integrazione.


Aveva 28 anni e due figli piccoli
È morta una migrante nigeriana in un incendio scoppiato in un capannone in provincia di Matera. Lo stabile è l’ex complesso industriale “La Felandina”, situato a Metaponto di Bernalda, che ospita stabilmente diversi immigrati che lavorano come braccianti nei campi della zona.

Hanno regolare permesso di soggiorno e lavorano nei campi della zona per pochi euro all'ora, quasi sempre sfruttati dai caporali 

Si tratta di una struttura in cui uomini e donne vivono da anni in condizioni precarie e nel quale le fiamme hanno iniziato a divampare nella mattinata di oggi per cause ancora da accertare, ma non si tratterebbe di rogo doloso. Una prima ipotesi è che l’incendio sia scaturito dall'esplosione di una delle bombole di gas presenti nel capannone. Il sindaco di Bernalda è intervenuto dicendo che da tre mesi è pronta un’ordinanza per lo sgombero dello stabile, per il cui stato l’amministrazione locale ha chiesto aiuto anche al governo.

La vittima è una donna nigeriana il cui corpo al momento non è ancora stato recuperato perché si trova in una posizione rischiosa a causa delle presenza di bombole di gas. I media locali riportano che le condizioni della struttura erano talmente malandate da far pensare che fosse “solo questione di tempo” prima che avvenisse qualche incidente, mentre sui social network gli utenti commentano l’accaduto riferendosi a “La Felandina” chiamandola “il ghetto

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno spento le fiamme nell'arco di 4 ore, mentre per ricostruire la dinamica dell’incidente sono state avviate delle indagini. Nel mentre i migranti sono stati radunati all'esterno della struttura in attesa di recuperare le proprie cose.

Il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, ha commentato così la morte della donna: “Prima di tutto viene il dolore che è priorità in una situazione complessa come questa, legata a un problema mondiale come quello dei migranti, che è gestito in primis dagli amministratori locali con pochi mezzi e tanti problemi da affrontare

Abbiamo da tre mesi una ordinanza di sgombero degli immobili, occupati da circa 500 persone, ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono. Occorre trovare delle alternative. Abbiamo scritto a tutti: al governo, alle istituzioni locali, ma il problema è ancora qui. Attendiamo anche che il Demanio, proprietario degli immobili, provveda a murare gli accessi ai capannoni della ex Felandina

Anche la Cgil Basilicata, tramite il suo segretario regionale, Angelo Summa, si è espressa sulla vicenda. “È inaccettabile che per la risoluzione di una questione aperta sul tema della sicurezza dei braccianti stranieri sul territorio lucano, si debba attendere il verificarsi dell’ennesima tragedia con la perdita di una vita umana”. Il sindacato ha quindi chiestoa Regione, Prefettura, Provincia di intervenire in coordinamento per attuare il già approvato e finanziato progetto di accoglienza nella provincia di Matera e in particolare nel Metapontino che permetterebbe di liberare il centro abusivo della Felandina e le relative condizioni disumane a cui sono sottoposti i lavoratori migranti, condizioni che hanno portato via una vita umana proprio questa mattina, nel terribile incendio. Inoltre chiediamo alla magistratura di fare luce sulle responsabilità di chi doveva vigilare e non ha fatto nulla per evitare la tragedia
(La Gazzetta del Mezzogiorno)


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