domenica 1 dicembre 2019

Ciao Nadia, volevo solo dirti che colui che ti uccise due anni fa si è impiccato

Ma tu questo lo avrai già saputo. Gli angeli che ti stanno abbracciando nei prati azzurri del cielo dove ora ti trovi te lo avranno già riferito.


Udine, si suicida dopo la sentenza di condanna a 30 anni per femminicidio emessa dalla Corte d'Appello di Trieste.

Nel luglio 2017 aveva ucciso la fidanzata, Nadia Orlando. Per una notte intera aveva vagato con il suo corpo senza vita prima di consegnarsi ai poliziotti. Era ai domiciliari con il braccialetto elettronico, in attesa del pronunciamento del Tribunale che quasi certamente lo avrebbe riportarlo in carcere.

La condanna a 30 anni
Francesco Mazzega, condannato a 30 anni per la morte di Nadia Orlando, si è suicidato impiccandosi ad un albero nel giardino di casa. Il primo agosto del 2017 aveva ucciso la fidanzata e si era consegnato alla polizia dopo aver vagato per tutta la notte con il suo cadavere in macchina. Mazzega, 38 anni, si è impiccato nel giardino della sua abitazione a Muzzana del Turgnano in provincia di Udine, dove era ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Il suo corpo è stato ritrovato nella mattinata di oggi.

Dopo la sentenza di conferma della pena a 30 anni di carcere, l'uomo era tornato a casa dei genitori, a Muzzana del Turgnano, con il braccialetto elettronico. Sono stati i parenti a trovarlo, hanno chiamato i soccorsi e i sanitari del 118, arrivati subito, hanno tentato di rianimarlo per 40 minuti.

Venerdì scorso in appello era stata confermata la condanna a 30 anni per l'omicidio di Nadia Orlando, di Vidulis di Dignano (Udine). La ragazza aveva 21 anni quando fu uccisa a pochi passi da casa. Dopo l'omicidio, Mazzega vagò con il cadavere di Nadia in auto per tutta la notte. La ragazza voleva porre fine alla loro relazione.

Il perdono tardivo
"Non merito il perdono, ho paura anche a chiederlo vista la gravità di quanto fatto", aveva detto Francesco Mazzega venerdì in aula in una dichiarazione spontanea davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Trieste e ai familiari di Nadia Orlando. Mazzega aveva sempre sostenuto di non riuscire a capacitarsi di quanto successo e di non sapere come poteva essere accaduto.

Il pentimento postumo di Mazzega, tuttavia, è in contrasto con quanto avevano dichiarato dopo l'omicidio persone vicine alla famiglia di Nadia. Secondo un parente, il padre della ragazza era molto preoccupato per il comportamento del fidanzato della figlia, definito possessivo e geloso. Come in altri casi di femminicidio, dunque, prima della tragedia c'erano stati segnali di atteggiamenti violenti e prevaricatori da parte dell'omicida.



Cara Nadia, da lassù veglia su questo mondo pieno di uomini vigliacchi che vogliono noi donne sottomesse ai loro voleri.
Nel mentre la giustizia terrena stava facendo il suo percorso, è intervenuta la giustizia divina che ha posto fine, in modo definitivo, a quello che è stato il tuo dramma.
E io so che tu, ora ci stai guardando felice.





Articolo di
Maris Davis


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