martedì 5 maggio 2015

Orrore in Nigeria, 214 ragazze liberate sono incinta. Violentate da Boko Haram

Ben 214 delle 687 donne liberate dall'esercito nigeriano dopo essere state tenute per mesi prigioniere dai miliziani di Boko Haram risultano "in stato di gravidanza", quasi tutte le donne e le ragazze hanno raccontato di aver subito violenze e abusi di ogni genere.

Orrore Boko Haram. A rendere noti questi dati è il Fondo Onu per la popolazione (Unfpa). Babatunde Osotimehin, direttore esecutivo di Unfpa, si trova in Nigeria per definire l'intervento dell'agenzia dell'ONU a favore delle donne e dei bambini liberati di recente. "Non c'è dubbio che queste donne e i loro bambini hanno subito così tanto da quando sono stati sequestrati o rapiti che ci vorrà molto impegno per offrire loro il sostegno psico-sociale di cui hanno bisogno per un reinserimento nella loro vita precedente".

Il rischio molto concreto che, a causa di credenze religiose e di antiche tradizioni, queste ragazze adesso vengano anche ripudiate dalle loro famiglie o dai loro clan familiari.

Alcune delle ragazze liberate
Assistenza. "Da quando abbiamo compreso che la portata della sfida è enorme e che non ci sono risorse umane sufficienti per farvi fronte, abbiamo chiesto assistenza alla comunità internazionale sul fronte delle risorse umane per collaborare al processo di guarigione di queste donne". Molte delle ragazze liberate sono già state sottoposte a numerosi controlli, compresi quelli per Hiv/Aids, e da questi test è emerso che 214 donne sono in stato di gravidanza.

L'Unfpa le sta sostenendo tutte con diversi livelli di cura. c'è poi il dramma dei bambini nati durante la prigionia. Alcuni dei quali, liberati con le donne, sono nati nella foresta e non sono mai usciti all'aperto prima della loro liberazione.

Sfida enorme. "Da quando abbiamo compreso che la portata della sfida è enorme e che non ci sono risorse umane sufficienti per farvi fronte, abbiamo chiesto assistenza alla comunità internazionale sul fronte delle risorse umane per collaborare al processo di guarigione di queste donne".

Matrimoni forzati. Una delle donne liberate ha confermato matrimoni forzati, abusi sessuali e pressioni psicologiche subite dai sequestratori. "Ci hanno chiesto di sposare i membri di Boko Haram, ma noi abbiamo detto che non potevamo perché eravamo già sposate. Ci hanno risposto che allora ci avrebbero vendute come schiave".

Il dramma di Lami. Un'altra ragazza, Lami Musa, 19 anni, era al quarto mese di gravidanza quando, cinque mesi fa, i miliziani di Boko Haram hanno attaccato il suo villaggio vicino a Chibok, la località dove nell'aprile del 2014 avevano già sequestrato oltre duecento studentesse. Lami Musa ha raccontato di aver evitato un matrimonio forzato perché era incinta, anche se i suoi sequestratori le avevano detto che sarebbe stata costretta a sposare un miliziano una volta partorito "Per fortuna sono stata salvata il giorno dopo il parto. Ringrazio Dio".


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