lunedì 18 maggio 2015

Nigeria, l'esercito distrugge dieci campi di Boko Haram

Campo di Boko Haram distrutto
L'esercito nigeriano ha annunciato ieri di aver distrutto 10 accampamenti del gruppo estremista islamico Boko Haram nel nord-est del paese, grazie alla forte offensiva portata avanti contro i terroristi islamici che li ha confinati in un ultimo nascondiglio nella foresta di Sambisa.

Secondo il comunicato militare le truppe nigeriane avrebbero ucciso molti militanti di Boko Haram nella foresta di Sambisa e catturato diversi veicoli blindati e cannoni antiaerei. Un soldato nigeriano sarebbe morto a causa di una mina.

Migliaia di persone sono state uccise e diversi milioni sono sfollati durante i sei anni di insurrezione di Boko Haram che al culmine della sua avanzata aveva sotto il suo controllo un'area delle dimensioni del Belgio.

Dopo l'intervento della coalizione degli stati confinanti con la Nigeria che erano anch'essi interessati dalla minaccia del gruppo terroristico, Ciad, Niger e Camerun, quest'anno è stato riconquistato quasi del tutto il territorio occupato, e i militanti sono stati respinti fino alla foresta di Sambisa.

Gli esperti mettono comunque in guardia contro ogni proclamazione prematura di vittoria, avvertendo che le radici del conflitto, in particolare l'esclusione economica e sociale che colpisce la popolazione della regione, devono ancora essere risolti. Inoltre, gli islamisti possono ancora effettuare alcuni attentati con esplosivi che provocano molti morti.

Sabato ad esempio, sette persone sono state uccise e una trentina sono rimaste ferite in un attacco suicida in una stazione degli autobus a Damataru, capitale dello Stato di Yobe, regolarmente colpita dall'inizio della rivolta.

Un alto responsabile dello stato di Borno ha inoltre annunciato la settimana scorsa che Boko Haram aveva preso la città strategica di Marte, vicino al lago Ciad. E almeno 55 persone sono morte sempre la scorsa settimana in raid su due villaggi nei pressi di Maiduguri.

Questi attacchi dimostrano la capacità dei ribelli di colpire obiettivi non protetti e il pericolo costante che rappresentano per i civili, nonostante i recenti guadagni territoriali rivendicati dai militari.
(Fonte Reuters)

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