sabato 4 luglio 2015

La Nigeria vieta le Mutilazioni Genitali Femminili

Nonostante alcuni dei 36 stati nigeriani già proibissero questa pratica odiosa, ora è stata introdotta una legge federale che vieta la pratica a livello nazionale.

Anche se hanno paura, non possono darlo a vedere. Devono rimanere inespressive durante il rituale del "taglio". Piangere è sintomo di debolezza. Resistere vuol dire condannarsi all'isolamento e la vergogna.

Un quarto delle donne nigeriane tra i 15 e i 49 anni ha subito la mutilazione genitale femminile (MGF), ovvero la rimozione totale o parziale dei genitali femminili esterni. Per cercare di porre fine a questa pratica, il 5 maggio scorso la Nigeria, il Paese più popoloso del continente africano, ha dichiarato illegale questa odiosa pratica, già considerata dalle Nazioni Unite una "Violazione dei Diritti Umani".

Prima di concludere il suo mandato e cedere il potere a Muhammadu Buhari, l'ex presidente Goodluck Jonathan si è assicurato un posto nella storia per aver fatto approvare questo divieto che molte resistenze ha avuto durante il suo iter, soprattutto dal mondo mussulmano. La legge fa parte di un più ampio pacchetto legislativo il "Violence Against Persons (Prohibition) Act 2015".

Con questa legge vengono vietati anche l'abbandono della coniuge o dei figli senza fornire il mantenimento adeguato. La legge contro la mutilazione genitale femminile è tesa ad eliminare la violenza domestica e pubblica verso le donne, ad accogliere coloro che hanno subito abusi di qualunque natura, e a condannare, invece, coloro che l'hanno commessa.

Tra gli effetti nocivi immediati delle MGF, l'Organizzazione Mondiale della Sanità cita emorragie, infezioni batteriche e ferite non rimarginate. Tra le conseguenze a lungo termine ci sono invece infertilità, complicazioni del parto e infezioni ricorrenti alla vagina.

La speranza è che con la criminalizzazione delle MGF sarà più facile combattere le pressioni sociali che portano molte donne ad accettare la pratica, vista come un modo per tenere a bada i loro istinti ormonali, riducendo il piacere sessuale e assicurandosi che arrivino caste al matrimonio, ma anche come un rito di iniziazione.

L'esperienza globale insegna che, alla fine, è attraverso il cambiamento di mentalità che si porrà veramente fine alle mutilazioni genitali femminili. Non basta approvare una legge.

Una pratica assurda ancora ammessa o tollerata in ben 51 Paesi nel mondo.
(The Post Internazionale)


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Da bambina (nel sud Nigeria) mi salvò mia nonna dall'infibulazione, le mie sorelle più piccole purtroppo hanno dovuto subire e stanno ancora soffrendo per quel gesto orribile che è il taglio del "clitoride". Mia mamma è stata una debole, succube di un marito (mio padre) prigioniero dei pregiudizi e delle tradizioni .. (Maris)


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