Carneficina dei miliziani islamici in un villaggio nel nord est. 150 uccisi o annegati nel fiume durante la fuga
Non si ferma la ferocia dei Boko Haram nel nord est della Nigeria. 150 persone sono morte, uccise dagli integralisti islamici o annegate mentre cercavano di sfuggire alla loro furia lungo il fiume. E per sei giorni di quei corpi non si è saputo nulla perché i miliziani hanno distrutto ogni mezzo di comunicazione. Solo quando i pochi superstiti sono riusciti a raggiungere una zona abitata per chiedere aiuto, i soccorritori hanno scoperto il massacro.
L'assalto nel villaggio di Kukuwa-Gari, attaccato all'improvviso dagli estremisti islamici a bordo di moto e auto, è solo l'ultimo di una serie che ha falcidiato centinaia di persone nelle ultime settimane.
Negli ultimi mesi l’esercito nigeriano ha compiuto diverse offensive per distruggere i campi di Boko Haram, liberando centinaia di persone prese in ostaggio dagli islamisti. 178 solo due settimane fa, per la maggior parte donne e bambini. Un’altra settantina di persone sono state liberate l’11 agosto anche nel confinante Camerun, dove Boko Haram ha esteso il proprio raggio d'azione.
Lo scorso novembre si sarebbe dovuta dispiegare una forza multinazionale di quasi novemila mila uomini provenienti da cinque Paesi, per dare una svolta a questa guerra che finora ha prodotto oltre ventimila morti in sei anni. Ma le operazioni sono iniziate con molto ritardo, soltanto il mese scorso, anche per via dei difficili rapporti tra governo nigeriano e i suoi vicini.
L'ultima ondata di violenza ha fatto seguito all'elezione in maggio del nuovo presidente Muhammadu Buhari, musulmano del nord. Da allora i morti accertati sono circa mille. Le milizie di Boko Haram, tra l’altro, sono sempre molto e ben armate, e non di rado rispondono ai raid dei governativi vendicandosi contro i loro stessi villaggi.
(La Stampa)
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