Almeno trenta morti nel nord del Paese dopo l’arresto di Sheikh Ibrahim Zakzaky, capo della comunità sciita nigeriana. Non solo carneficine di cristiani e non solo Boko Haram.
Almeno sei città nel nord della Nigeria (Kano, Kaduna, Katsina, Sokoto, Zamfara e Baushi) sono state testimoni di nuove tensioni in un Paese già estremamente vessato da violenze settarie e dal terrorismo islamista del gruppo Boko Haram. Le comunità sciite di quest’area sono scese in strada lunedì 15 dicembre per invocare la liberazione del loro leader e protestare contro quello che hanno definito un "massacro" da parte delle forze di polizia contro cittadini nigeriani sciiti.
Il massacro di civili sarebbe avvenuto nello scorso week-end a Zaria, quando il capo del Movimento Islamico Nigeriano (IMN), Sheikh Ibrahim Zakzaky, è stato gravemente ferito in un assalto delle forze governative che lo hanno arrestato. L'esercito regolare nigeriano avrebbe poi assaltato anche diversi centri di preghiera sciiti.
Si tratta di un raid che la minoranza sciita ha definito una carneficina, fornendo un bilancio di circa 300 vittime (ma stime del governo parlano di una ventina di morti) e che ha scatenato la reazione dell’Iran, la cui leadership è sempre stata in stretto contatto con il capo della comunità sciita della Nigeria.
A finire sotto accusa è stato l’esercito, che ha giustificato l’attacco asserendo che si è trattata di una reazione al tentato omicidio del suo comandante Tukur Buratai. Il convoglio nel quale nei giorni scorsi viaggiava l’ufficiale militare sarebbe stato oggetto di un attacco a colpi di pietre da parte di membri dell’IMN.
Manifestazione di donne mussulmane sciite a Kaduna |
I membri del movimento di Zakzaky hanno invece smentito l’accaduto sostenendo che l’operazione delle forze nigeriane fosse stata già pianificata in anticipo, come dimostrerebbe il fatto che i raid si sono registrati in diverse località simultaneamente. Non solo da attivisti locali è giunta la condanna alla risposta estremamente violenta delle autorità nigeriane, anche il vice ministro iraniano degli Affari Arabi e Africani, Hossein Amir-Abdollahian, ha dichiarato che, nonostante le relazioni positive tra Iran e Nigeria, Teheran ritiene direttamente responsabile dell’incidente il governo nigeriano.
Non si tratta della prima volta che le forze nigeriane prendono di mira la comunità sciita in Nigeria, viste le tensioni esistenti tra le forze di governo e i militanti dell’IMN, i quali auspicano l’instaurazione di una Repubblica islamica in Nigeria sul modello iraniano. Lo stesso Zakzaky, che attualmente risulta sotto custodia della polizia nigeriana insieme alla moglie Zeenat Ibrahim, è già stato più volte in carcere in passato. Tre dei suoi figli, inoltre, sono morti in scontri armati tra forze dell’ordine e fedeli sciiti nel 2014, mentre un quarto figlio, Sayyid Ibrahim, sarebbe morto negli scontri dei giorni scorsi.
Un appello del Sultano di Sokoto, la massima autorità religiosa musulmana in Nigeria, ha esortato le autorità nigeriane a non lasciar degenerare tali tensioni, mettendo in guardia il governo del rischio di dar vita così a un "nuovo Boko Haram sciita". Alhaji Muhammad Saad Abubakar ha infatti puntato il dito sugli "errori commessi in passato dal governo nigeriano, che hanno originato un’insurrezione dalle conseguenze drammatiche"
Sheikh Ibrahim Zakzaky |
Lo sciismo in Nigeria. La comunità sciita in Nigeria è estremamente minoritaria rispetto alla popolazione musulmana sunnita (a cui appartengono anche gli estremisti jihadisti di Boko Haram) . Sebbene non esistano stime ufficiali, si parla del 5% sugli oltre 60 milioni di musulmani. Ciononostante, nelle aree settentrionali del Paese, dove la comunità sciita è più radicata (Kano e Kaduna in particolare), dirige in totale autonomia scuole e ospedali.
Il culto sciita si diffonde in Nigeria negli anni Ottanta sotto la guida spirituale di Sheikh Ibrahim Zakzaky, che aveva coltivato un personale legame con l’Ayatollah Khomeini a Parigi prima della Rivoluzione islamica in Iran. Da allora sono rimasti molto forti i legami culturali tra la comunità sciita nigeriana e Teheran.
Il gruppo di Zakzaky è finito nel mirino del gruppo islamista nigeriano Boko Haram dopo la sua affiliazione allo Stato Islamico che, in Nigeria come in altre parti del Medio Oriente e dell’Africa, condanna i musulmani sciiti come eretici da sterminare.
Tensione tra Nigeria e Camerun. Un episodio gravissimo nascosto ai media internazionali per più di una settimana. 150 persone sarebbero rimaste uccise dopo che l'esercito del Camerun ha sconfinato in territorio nigeriano assaltando e distruggendo i villaggi lungo il confine. Per il responsabile Onu nella regione si è trattato di "una vera e propria carneficina che ha aggravato il disastro umanitario".
Alcuni sopravvissuti nigeriani raccontano che soldati del Camerun hanno attraversato il confine con la Nigeria, assalito e bruciato villaggi, e ucciso almeno 150 civili inermi. Coloro che sono riusciti a scappare dal massacro hanno impiegato giorni di cammino nella foresta prima di arrivare in un centro per rifugiati di Fufore.
Il governo di Yaoundè ha negato tutto. "I nostri soldati sono molto ben addestrati e rispettano i diritti umani". La tensione tra i due Paesi sta effettivamente crescendo a causa delle continue stragi perpetrate dagli integralisti islamici nigeriani Boko Haram anche in Camerun.
Al centro di Fufore sono arrivati almeno 643 rifugiati. Provengono dai villaggi nigeriani situati tra Gamboru e Banki, una striscia di circa 150 chilometri lungo il confine con il Camerun. Al momento non è ancora chiaro chi abbia effettivamente attaccato queste centinaia di civili inermi massacrandoli a decine né perché, ma secondo il responsabile dell'Onu per la regione si tratta di "un vero e proprio disastro umanitario".
Come se non bastasse Boko Haram la scorsa settimana il ministro del Petrolio della Nigeria aveva parlato di una importante scoperta di petrolio nel bacino del lago Ciad che rischia di alimentare conflitti di confine tra Nigeria, Ciad, Camerun e Niger.
Ancora "Bambine Kamikaze". Tensioni continue alimentate anche dai continui attentati di Boko Haram. Almeno sei persone sono rimaste uccise ieri a Maiduguri, nel nord-est della Nigeria, dopo che ben cinque "bambine kamikaze" si sono fatte esplodere nei pressi di un posto di controllo. Le donne, tutte giovanissime, si sono avvicinate in gruppo a una pattuglia di vigilantes civili impegnati nel sostegno alle forze armate nelle operazioni di contrasto al gruppo jihadista Boko Haram.
"Due delle ragazze si sono fatte esplodere immediatamente, le altre sono fuggite, ma si sono fatte esplodere dopo essere state fermate dalle forze di sicurezza". L'attacco, l'ultimo di una lunga serie nei quali Boko Haram ha utilizzato bambine kamikaze.
(Maris)
Nessun commento:
Posta un commento