martedì 12 gennaio 2016

Ecco perché il "Reato di Clandestinità" in Italia è ancora in vigore

C’è un fantasma che si aggira per l’Italia, il reato di clandestinità. Teoricamente dovrebbe essere morto e sepolto, invece il governo ancora non si decide a dargli il colpo di grazia, continuando a tenerlo inutilmente in vita.

Sono passati quasi due anni da quando il Parlamento ha approvato la "legge delega sulle pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio". Al suo interno, c’è anche un articolo che obbliga il governo a cancellare con un decreto legislativo il "reato di ingresso e soggiorno irregolare nel territorio dello Stato" introdotto nel 2009 dal governo di centrodestra (Lega Nord e Popolo delle Libertà) con la legge 94 del 15 luglio 2009.

Nell'estate del 2013 fu anche lanciata una campagna referendaria per abrogare l'articolo 10bis della Bossi-Fini ma non fu raggiunto il quorum di firme necessario, il 2 aprile 2014 il Parlamento ha approvato in via definitiva una legge "delega" che autorizzava il governo ad emanare un decreto attuativo per cancellare l'odioso reato di clandestinità. Il governo però, in quasi due anni NON ha mai provveduto, e così tecnicamente, l'articolo 10bis della legge Bossi-Fini è ancora in vigore.

In particolare, il testo della legge delega approvata nell'aprile 2014 dice che il governo dovrà "abrogare, trasformandolo in illecito amministrativo, il reato previsto dall'articolo 10-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, conservando rilievo penale alle condotte di violazione dei provvedimenti amministrativi adottati in materia"

Viene depenalizzato solo il primo ingresso, ma anche la prima volta che si viene presi senza permesso di soggiorno scatterà l’espulsione. Inoltre, continuerà a commettere reato chi non obbedisce a un foglio di via, chi rientra dopo un’espulsione o chi viola altre disposizioni contro gli irregolari, come ad esempio l’obbligo di firma in questura o la consegna del passaporto.

Il reato di clandestinità, introdotto nel 2009 da Lega Nord e Popolo delle Libertà, ha fatto diventare tecnicamente un criminale ogni irregolare e ha costretto i tribunali a istruire migliaia di processi, ma non ha mandato in galera nessuno. La pena prevista è infatti una multa, che può essere sostituita con l’espulsione. Durante il processo lo straniero è libero, ma contemporaneamente è anche soggetto a un provvedimento amministrativo di espulsione.

Quindi, o la Questura riesce ad espellere lo straniero privo di documenti di soggiorno" prima che si svolga il giudizio per il reato di ingresso o soggiorno irregolare (ed in tal caso il giudizio si chiude con una sentenza d’improcedibilità), oppure lo straniero farà collezione di espulsioni, quella del prefetto e quella del giudice, entrambe destinate a non essere eseguite e a restare sulla carta.

Anche i magistrati hanno bocciato quel reato. "È inutile, perché una sanzione pecuniaria non è in grado di esercitare alcun effetto dissuasivo. Dannoso, perché intasa gli uffici giudiziari, costringendo le Procure a iscrivere nel registro delle notizie di reato migliaia di immigrati. Dannoso, perché intralcia le indagini contro gli scafisti e gli altri responsabili del traffico di clandestini"

Il 29 ottobre scorso anche la Cassazione ha decretato che, nonostante la legge delega del 2 aprile 2014 che "cancellava" il reato di clandestinità, senza uno specifico decreto attuativo da parte del governo, l'articolo 10-bis della Bossi-Fini, l'articolo che ha istituito il reato di clandestinità, è in vigore a tutti gli effetti.

Resta l'amarezza per i quasi due anni di inezia del governo Renzi, che dopo aver sbandierato ai quattro venti l'approvazione della legge del 2 aprile 2014, che ha fatto pensare a tutti che finalmente il reato di clandestinità veniva abrogato, non ha poi fatto quell'unico semplice passo per porre fine ad un "reato odioso".

Nell'aprile 2011 anche dalla Corte di Giustizia Europea ha condannato l'Italia per la violazione dei "Diritti Umani" in merito al Reato di Clandestinità "Non può considerarsi reato il semplice status giuridico di una persona perché viola la libertà personale dell'individuo". Il Reato di Clandestinità va quindi abrogato.

In questi giorni il ministro della Giustizia Orlando ci rassicura che molto presto verrà presentato un testo organico che oltre ad affrontare l'abrogazione del reato di clandestinità, comprenderà anche un "pacchetto" più ampio di norme che riguarderanno anche il tema dei rimpatri e del riconoscimento dei rifugiati.

Speriamo bene, ma a me sembra di essere nell'Italia dei "camaleonti", o in quella del "Gattopardo" dove "Tutto dovrà cambiare affinché nulla possa cambiare".

Due anni sono passati, due anni in cui il governo non ha trovato il tempo di emanare un semplice decreto attuativo, e ora il governo ci viene a raccontare che forse questo non è il momento giusto per cancellare una legge "ingiusta" e che, come ha già sentenziato la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, viola perfino i "Diritti Umani"



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