domenica 1 settembre 2019

Nigeria, sacerdote ucciso e bruciato nella sua auto

Il brutale omicidio nell'Est del Paese dove il giovane sacerdote stava lavorando alacremente per risolvere il conflitto inter-etnico tra Tiv e Jukun


Era l’ennesima missione di pace quella di don David Tanko, giovane sacerdote nigeriano impegnato a mettere fine ad un conflitto inter-etnico tra Tiv e Jukun, nell’Est del Paese.

I Tiv sono un popolo nigeriano che risiede nella valle centrale del Benue. Si distinguono per un singolare rapporto con il divino. Credono che il dio Aondo, in lingua originale “cielo”, se ne sia andato dopo aver creato la terra e tutte le cose. Con l'avvento della colonizzazione europea, molti Tiv si sono convertiti al cristianesimo anche se in loro rimane un profondo senso delle antiche tradizioni.

Gli Jukun sono una popolazione semi-bantu stanziati lungo il medio corso del Benue. Sono di religione islamica. Gli Jukun costituirono in passato un importante regno, invadendo nel 17° sec. Kano e parte del territorio haussa a Nord, da cui furono scacciati nel 1680. Successivamente subirono fortemente l’influsso della cultura yoruba. Sono dediti all’allevamento bovino.

Tiv e Jukun sono in perenne conflitto tra di loro, i primi agricoltori stanziali, i secondi allevatori alla perenne ricerca di terre fertili su cui far pascolare i loro animali. Divisi anche da un profondo odio religioso.

Quando giovedì il sacerdote è salito sulla sua auto per raggiungere il villaggio di Takum, nello Stato di Taraba, pensava ancora a come mettere d’accordo le due comunità cristiane in lotta, per raggiungere un’intesa e superare le violenze. Lo aspettavano per l’ennesima mediazione, ma il suo viaggio è stato interrotto a metà strada da un gruppo di malviventi che dopo averlo ucciso hanno dato fuoco al suo corpo all’interno della sua auto.

Il vescovo della diocesi di Jalingo, monsignor Charles Michael Hammawa, secondo quanto riferito da Vatican News, ha scartato l’ipotesi di un attentato di matrice islamica.

Le piste aperte, quindi, possono essere quelle di una ritorsione per il lavoro di mediazione che stava portando avanti il sacerdote, forse per mano delle milizie Tiv. “Appena avuta la notizia della sua morte siamo rimasti scioccati, la diocesi è in lutto”, ha commentato annunciando che la polizia nigeriana sta indagando sull’omicidio. “Non vogliamo che vi sia alcuna rappresaglia né vendetta, che non farà che peggiorare la situazione”, è l’appello del vescovo. Pochi mesi fa un altro sacerdote, don Clement Eziagu, è stato ucciso nella diocesi di Enugu.

In una lettera aperta i vescovi del sud del Paese hanno denunciato come la popolazione nigeriana si trovi stretta “tra due fuochi: i soprusi di politici, militari e forze dell’ordine, da una parte, le violenze e le razzie dei pastori Fulani e di altri banditi, dall’altra

A questo vanno aggiunte le scorribande degli islamisti, da Boko Haram ai gruppi affiliati allo Stato Islamico, come quello che la scorsa settimana ha ucciso undici operai che stavano lavorando sui cavi in fibra ottica del villaggio di Wajirko, a 150 km da Maiduguri, nel Nord-Est del Paese. “Ogni giorno, lungo tutti i nostri Stati ascoltiamo storie strazianti di rapimenti, stupri, mutilazioni, estorsioni, accaparramento di terre, uccisioni e distruzione delle fonti di sostentamento delle persone

Tra le piaghe che alimentano il clima di insicurezza c’è quella della disoccupazione giovanile che spinge molti ragazzi ad unirsi ai gruppi criminali per cercare facili guadagni.

Sull'assassinio del giovane sacerdote cattolico interviene anche il Presidente della Repubblica Federale Muhammadu Buhari. “L’assassinio di un prete cattolico sottolinea l’urgenza di affrontare questo conflitto duraturo e imbarazzante. A nome del governo federale e dell'intera popolazione del Paese, porgo le mie condoglianze alla comunità cattolica, al governo e al popolo di Taraba per le perdite derivanti dalle violenze che hanno sconvolto le comunità. Il progresso è impossibile dove la violenza e la distruzione dominano la vita quotidiana. La violenza tra Tiv e Jukun è uno dei problemi di sicurezza più persistenti e difficili da risolvere della Nigeria
Agenzia Fides

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