venerdì 6 settembre 2019

È morto Robert Mugabe, da rivoluzionario liberatore dello Zimbabwe a feroce dittatore

Ha portato il suo paese al fallimento economico e sociale mentre lui, la sua famiglia e il suo entourage hanno accumulato ricchezze immense.

L’ex presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe è morto a Singapore all’età di 95 anni. Per 37 anni aveva gestito in modo quasi assoluto il potere. Si era dimesso nel 2017 dopo un colpo di Stato guidato dall’esercito.



Mugabe nacque il 21 febbraio del 1924 a Harare, nell’allora Rhodesia del Sud. Laureatosi in Scienze politiche in Sudafrica, dove entrò in contatto con le idee marxiste, dopo aver fatto parte del Partito nazional-democratico (Ndp), che in seguito divenne Unione popolare africana dello Zimbabwe (Zapu), nel 1963 ne uscì per aderire all’Unione nazionale africana dello Zimbabwe (Zanu), di cui divenne segretario.

Nel 1964 venne arrestato e condannato a dieci anni di carcere a causa delle sue posizioni in favore della lotta armata per ottenere l’indipendenza del Paese. Dopo essere stato liberato, nel 1976 si rifugiò in Mozambico, dove assunse anche la guida dell’ala paramilitare della Zanu. Nel 1976 Zanu e Zapu si unirono e costituirono il Fronte patriottico (Pf).

Dopo anni di lotta armata, nel 1979 iniziarono negoziati tra il Pf e i leader della Rhodesia del Sud, che portarono nel 1980 all’indipendenza del Paese, che venne rinominato Zimbabwe. Alla festa per l'indipendenza dello Zimbabwe volle essere presente anche Bob Marley, fu infatti l'ultimo paese africano ad ottenerla.

Nella Rhodesia del Sud (ora Zimbabwe) fin dai primi anni '60 si creò un potere di ex-coloni bianchi che instaurarono un regime di apartheid ancora più rigido di quello allora in vigore in Sudafrica, ed è anche per questo motivo che il raggiungimento dell'indipendenza e la cacciata del governo dei bianchi fu festeggiata come una vera e propria liberazione.

Mugabe divenne primo ministro, mentre il primo presidente fu Canaan Banana. Nel 1987 venne abolita la figura del primo ministro e Mugabe divenne presidente, carica che mantenne fino al 2017.

Gli anni della sua lunga presidenza furono molto controversi e Mugabe fu accusato di repressione del dissenso, corruzione, persecuzione delle minoranze etniche, appropriazione personale degli aiuti internazionali e violazioni dei diritti umani. Controversa fu la sua riforma agraria che, espropriando le terre ai "farmer bianchi", mise in ginocchio l’economia nazionale.

Lasciò un paese in ginocchio. A causa dell'iperinflazione nel 2015 fu perfino abolita la moneta nazionale e tutti gli scambi avvenivano in dollari USA o in rand sudafricani, e una situazione sociale disastrata, tutto questo nonostante il paese sia ricco di risorse naturali.

Durante gli anni della sua presidenza accumulò per se e per la sua famiglia ricchezze immense che, al momento della sua destituzione (2017), furono oggetto di negoziazione in cambio di una transizione pacifica dei poteri.

Dopo la sua destituzione, grazie a un accordo con i militari autori del colpo di Stato, ottenne l’immunità per sé e per la moglie Grace, che per diverso tempo era stata la principale candidata a diventare nuova presidente dello Zimbabwe. Negli ultimi mesi era molto malato, e dallo scorso aprile era ricoverato in un ospedale di Singapore.

Il record di Mugabe. È stato il più anziano capo di stato in carica. Nel 2017, quando lasciò il potere, aveva 93 anni. Per tutto il resto è solo un capo di stato da dimenticare.




Articolo a cura di
Maris Davis


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