mercoledì 11 settembre 2019

Odio e discriminazione razziale. Facebook cancella decine di account di Casa Pound e Forza Nuova

"Diffusione dell'odio e della discriminazione razziale". Scelta coraggiosa di Facebook che prende una decisione senza precedenti, oscurati i profili Facebook e Instagram di CasaPound Italia e Forza Nuova, dei loro leader e dei loro attivisti.

Le organizzazioni di estrema destra rispondono con rabbia "Ci discriminano perché eravamo in piazza contro il nuovo governo. Colpiti in un giorno simbolico"

CasaPound e Forza Nuova scompaiono dai social proprio durante il dibattito sulla fiducia al governo Conte. Sono stati infatti cancellati da Facebook e Instagram i profili ufficiali dei due partiti e quelli di numerosi responsabili nazionali, locali e provinciali, compresi quelli degli eletti in alcune città italiane. Oscurate le pagine di Gianluca Iannone, Simone Di Stefano e Roberto Fiore. Spariti dagli schermi decine di account vicini alle due organizzazione di estrema destra. A cominciare dalla pagina principale, 'CasaPound Italia', 'certificata da Fb con tanto di spunta blu: ha 280 mila follower. Restano attivi invece i profili di Twitter.

Facebook ha subito spiegato

"Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia".  Secondo un portavoce del social network, "gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram"

La società spiega che da sempre Facebook caccia individui o organizzazioni che incitano all'odio e alla violenza o che sono coinvolti in azioni violente. Questo indipendentemente dall'ideologia o dalla motivazione. E lo fa dopo un lungo processo dove si considerano una serie di segnali. In particolare si accerta se certe organizzazioni o soggetti hanno promosso o esercitato direttamente violenze sulla base di fattori come la razza, l'etnia, la personalità.

Facebook controlla se questi gruppi si autodefiniscono o si identificano come seguaci di un'ideologia di odio. E se usano discorsi di odio o insulti nella loro sezione 'Informazioni su Facebook, Instagram o su un altro social media. E infine nel giudizio pesa anche se se hanno gestito pagine o gruppi che sono stati rimossi da Facebook o account rimossi da Instagram, per aver pubblicato contenuti che non rispettano le policy contro l'incitamento all'odio dell'azienda.

In base a questi principi, a maggio erano state 'bannate' le seguenti organizzazioni: Generation Identify (Pan-Euro), Inferno Cottbus 99 (Germania), Varese Skinheads (Italia), Ultras Sette Laghi (Italia), Black Storm Division (Italia), Rivolta Nazionale (Italia), Scrofa Division (Olanda), Chelsea Headhunters (Gran Bretagna), White Front (Bulgaria), Boris Lelay (Francia), Beke Istvan Attila (Ungheria), Szocs Zoltan (Ungheria) e Varg Vikernes (Norvegia).

Le reazioni dei "bannati"

"Ci cancellano perché eravamo in piazza contro il governo, reagisce CasaPound. Siamo di fronte ad un attacco discriminatorio dal parte dei colossi del web" dice. "Si tratta di un attacco senza precedenti. Siamo schifati", attacca Gianluca Iannone. "Stanno chiudendo tutti i profili, provinciali, regionali, nazionali e quelli ufficiali, sia del movimento che del blocco studentesco, spiega Iannone. Stanno arrivando le notifiche a tutti, anche ai responsabili del Primato Nazionale (il quotidiano del movimento, ndr). Una situazione che rispecchia la situazione attuale del governo della poltrona. Intenteremo una class action urgente contro un atto di una prevaricazione vergognosa"

Secondo, Simone Di Stefano, segretario di CasaPound, si tratta di "un abuso, commesso da una multinazionale privata in spregio alla legge italiana. Uno sputo in faccia alla democrazia. Un abuso commesso in un giorno simbolico. Un segnale chiaro di censura che per ora colpisce noi, ma indirizzato a tutta l'opposizione al governo PD-5Stelle. Questo è solo l'inizio, chissà di cosa saranno capaci"

"La Polizia politica di Zuckerberg vuole impedire che ci sia opposizione al governo di estrema sinistra e Bruxelles. Sintomatico che una cosa di questo genere accada il primo giorno di governo: tutto assolutamente pretestuoso, considerato che non c'è alcun casus belli", commenta il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore.

In mattina CasaPound aveva partecipato alla manifestazione contro la nascita del nuovo governo: "Sono in piazza anche io. Non è il momento di dividere, ma di unire. E costruire con ogni mezzo una rivolta popolare, culturale e democratica a questo osceno governo di usurpatori, aveva scritto Simone Di Stefano. Dobbiamo portare i nostri temi e le nostre idee, perché questa opposizione ha bisogno di un'anima e di una visione chiara dello Stato e della Nazione che vogliamo. Non solo immigrazione e tasse, ma anche la casa, il lavoro, i figli, i salari, lo Stato Sociale devono essere al centro di questa visione"

Scelta coraggiosa di Facebook che prende una decisione senza precedenti

"CasaPound azzerata sui social. Bloccati i profili su #Facebook e #Instagram. Che succede? È un fatto molto pesante, non può essere un caso, all'origine del quale devono esserci ragioni gravi. Vogliamo capire", commenta a caldo in un tweet Emanuele Fiano, esponente del Pd, da sempre impegnato contro le organizzazione di estrema destra e padre di un disegno di legge contro l'apologia del fascismo. E la stessa domanda la pone anche Alessia Morani, altra deputata DEM.

"Bene Facebook. Un altro passo verso l'archiviazione della stagione dell'odio organizzato sui social network", scrive sul social l'ex Presidente della Camera, Laura Boldrini.

"Per la prima volta @facebook e @instagram chiudono decine di pagine e profili di #CasaPound. Chi sparge odio e violenza non ha più campo libero sui social network. Adesso andiamo avanti con una normativa complessiva di prevenzione e sanzione dei linguaggi d'odio sul web", aggiunge Valeria Fedeli su Twitter. E il capogruppo DEM al Senato Andrea Marcucci conclude: "L'apologia di fascismo è un reato anche sui social. Chissà magari ora se ne accorge anche Salvini". Interviene anche il segretario PD Nicola Zingaretti: "Quella di Facebook è una motivazione esemplare a sostegno di una scelta giusta e coraggiosa. Dobbiamo condividere e diffondere queste parole importanti per mettere fine alla stagione dell'odio. Ci sono persone che se vincessero negherebbero ad altre persone il diritto di esistere. Non bisogna mai dimenticarlo"

"Da tempo l'Anpi denuncia anche con esposti alla magistratura il dilagare sui social della brutalità nazifascista, dice Carla Nespolo, presidente nazionale dell'Associazione nazionale partigiani. Siamo dunque molto contenti di questa notizia: i social non devono essere un luogo in cui sia consentita la violazione della Costituzione che, ricordo, è antifascista"

Noi di Foundation for Africa diciamo semplicemente che finalmente le nostre "preghiere" sono state esaudite. Via dai social chi diffonde odio, discriminazione e razzismo.


Una svolta epocale non priva di incognite

Fuori da Facebook e Instagram chi diffonde odio. Impossibile non essere sollevati davanti a questa svolta epocale dei social di Mark Zuckerberg. Per i neofascisti di Casa Pound e Forza Nuova, che sono stati colpiti dal provvedimento («non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram»), è un atto illiberale. Una censura politica. Per tutti gli altri, un’azione meritoria. La parte più importante, però, viene adesso.

Sulla vicenda pesano infatti alcune domande non da poco: Facebook e Instagram saranno altrettanto severi con certi siti «d’informazione» che pubblicano notizie spesso false al solo scopo di diffondere odio, ma non sono riconducibili ad una forza politica? E cosa accadrà alle pagine e ai profili diametralmente opposti a Casa Pound e Forza Nuova che attaccano e diffondono odio verso chi non la pensa come loro? Secondo un portavoce di Facebook, la regola che li ha portati a questa scelta epocale è la seguente: «Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram».

Benissimo. Ma se la prima parte della frase è chiara («non trova posto chi diffonde odio»), la seconda è un po’ sibillina («e chi attacca gli altri sulla base di chi sono»). Così sibillina da potere essere paradossalmente usata un giorno anche per bloccare voci scomode, comprese alcune che gravitano attorno al mondo cattolico.

Noi vogliamo solo pensare che chiunque usa un social network, qualunque social network, per diffondere odio e discriminazione sulla base della razza, della religione, del sesso, diffonda violenza, integralismo religioso o politico, o lo usi per diffondere notizie false, sia sempre e comunque "bannato"

In Italia il "Fascismo" non è un'opinione, è un REATO. È scritto nella Costituzione


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