A Trieste il vice-sindaco butta coperte e vestiti di un senzatetto nel cassonetto delle immondizie e poi si vanta su facebook. A Monfalcone un assessore leghista pubblica una filastrocca anti-migranti poi rimossa dallo stesso social network.
Il vice sindaco di Trieste, Paolo Polidori, infiamma i social network
Trieste, vice-sindaco getta in un cassonetto vestiti di un senzatetto: "Basta degrado!". Il gesto di Polidori ha suscitato una feroce polemica sui social, tra chi lo accusa di essersi comportato male e chi plaude alla pulizia della città. Poco dopo rimuove il post.
Il motivo è un post su Facebook (poi rimosso) del vice sindaco leghista che recita: "Sono passato in via Carducci, ho visto un ammasso di stracci buttati a terra...coperte, giacche, un piumino e altro; non c'era nessuno, quindi presumo fossero abbandonati: da normale cittadino, che ha a cuore il decoro della sua città, li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto: ora il posto è decente! Durerà? Vedremo. Il segnale è: tolleranza zero!! Trieste la voglio pulita!! PS: sono andato subito a lavarmi le mani! E adesso si scatenino i benpensanti, non mene frega nulla!!"
E in effetti i benpensanti, ma non solo loro, si sono scatenati. Diversi utenti di Facebook hanno elogiato la decisione di Polidori e ricordano la volontà di mantenere sempre pulita la città di Trieste. Ma sono stati molti gli utenti che hanno accusato il numero due del capoluogo del Friuli-Venezia Giulia di essersela presa con un clochard.
Un post che ha ricevuto l'elogio "istituzionale" sia del presidente della regione, il leghista Fedriga, che dello stesso Salvini.
Se ti vanti di aver buttato nell'immondizia le coperte di un senzatetto hai buttato nell'immondizia anche la tua umanità
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Monfalcone, assessore leghista condivide su facebook filastrocca anti-migranti. Ma per lui “Non è razzismo”
“Il migrante vien di notte con le scarpe tutte rotte; vien dall’Africa in barcone a rubarvi la pensione. Nell’hotel la vita è bella, nel frattempo ti accoltella. Poi verrà forse arrestato e l’indomani rilasciato“
A condividere questa filastrocca sul suo profilo Facebook è l’assessore alla sicurezza e alla vivibilità di Monfalcone, Massimo Asquini.
Dopo il caso dei 76 bambini bengalesi esclusi dall’asilo, la cittadina del Friuli Venezia Giulia torna al centro della bufera per le parole in rima postate e censurate dallo stesso social. Una “goliardata” per il sindaco Anna Cisint che difende a spada tratta il membro della giunta.
A non fare alcun passo indietro è invece proprio Asquini, ex sovrintendente della Polizia, stupito delle polemiche nate attorno al suo post e della censura di Facebook: “Si tratta di una filastrocca che già due anni fa girava in Rete io l’ho solo condivisa non sono nemmeno l’autore. Se lei va su Google e digita “filastrocca migrante” la può trovare. È uno scherzo fatto sulla mia pagina personale. Ci dovrebbe essere un po’ di privacy”
Ma che privacy, caro assessore, se sei stato proprio tu a sbattercela in faccia pubblicamente
L’assessore si difende dalle accuse di razzismo: “Non l’ho rimossa io ma è stato Facebook a toglierla dalla mia pagina censurandola, considerandola forse una cosa razzista ma io non ci vedo nulla di tutto ciò”. Anzi. Asquini trova il modo per giustificare le parole in rima: “Non ho augurato la morte a nessuno, non ho offeso nessuno, non ho mai detto una parolaccia in vita mia sui social e ora mi vedo al centro di una bufera per un post condiviso. In fin dei conti in quella filastrocca si parla delle pensioni che vengono date per dei ricongiungimenti che spesso son fasulli; delle migliaia di migranti o clandestini che sono ancora negli hotel che noi paghiamo. È una filastrocca che si riferisce all’attualità. E poi ho avuto solo commenti positivi”
Quando il razzismo e le discriminazioni arrivano dalle istituzioni allora non è più il tempo di scherzare, o di minimizzare, di far finta di niente. È ora di agire, combattere, lottare
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