Non solo prostituzione e spaccio di droga negli affari della mafia nigeriana ad Asti, ma persino interessi legati al traffico illecito di organi umani.
La notizia, balzata in prima pagina il 14 gennaio su un quotidiano italiano, su una trattativa telefonica per la vendita di un rene avvenuta tra un nigeriano residente ad Asti e un connazionale non trova conferma negli ambienti giudiziari torinesi e astigiani e tra le forze di polizia che da tempo seguono l’evolversi della criminalità sul territorio.
Le due pagine del giornale ripercorrevano la gestione nazionale del traffico d’organi, che corre lungo l’Autostrada del sole, dove sono stati rinvenuti resti di cadaveri smembrati, e si annida nella provincia di Caserta, luogo degli espianti clandestini.
Le indagini di quest’orrido business, che macina a livello globale 1,7 miliardi di dollari, sono iniziate nel 2010 e se ne sta interessando anche l’Fbi. In Italia le procure di Torino, Roma, Napoli e Palermo hanno aperto fascicoli.
La zona di Caserta
L’epicentro del business degli orrori sarebbe Castelvolturno. Ma c’è un elemento, non confermato, che ingloberebbe anche Asti a questo terrificante fenomeno. Una telefonata, che il pm di Torino Stefano Castellani non ricorda, sposterebbe gli interessi anche in Piemonte.
Otto anni fa Sajeed Kolynton Lawual, noto con lo pseudonimo Arab e residente ad Asti e Abdul Abolade, di Lagos, suo compagno di riciclaggio d’auto rubate, avrebbero discusso al telefono, nella loro lingua, del presunto valore di un rene: 60 mila euro, 12 milioni di naira in moneta nigeriana.
L’intercettazione sarebbe finita in un’informativa in mano alla procura di Torino e i magistrati stanno ancora cercando di capire se Arab abbia davvero concorso a una trattativa di organi con la Nigeria. Ci stanno lavorando anche i federali statunitensi, perché il giro si spinge oltreoceano.
Le smentite
Intanto ad Asti non ci sono conferme dagli ambienti investigativi. Episodi del genere non si sarebbero mai verificati negli ultimi anni secondo carabinieri e polizia.
«Non siamo a conoscenza di fatti del genere - risponde il questore Alessandra Faranda Cordella - La comunità nigeriana è attenzionata come altre. Il livello di controllo del territorio è alto e non ci risultano indagini su questo fenomeno particolare»
Riti per il potere
Resta un giallo l’intercettazione della telefonata tra i due connazionali sulla quotazione dell’organo. In Nigeria però l’espianto di organi e il vilipendio dei cadaveri per rituali scaramantici fatti da stregoni che preparano pozioni e incantesimi, sarebbero fenomeni diffusi. Lo scriveva persino il Daily Trust, principale quotidiano del Paese africano, con articoli di uccisioni rituali. Riti per avere potere, ricchezza e fortuna motivati solo dalla superstizione e dall’ignoranza.
Asti
Nell’Astigiano, invece, le infiltrazioni mafiose nigeriane risalgono a circa dieci anni fa e sono legate ai giri di prostituzione e droga, nonostante il business più redditizio sia a Torino. Asti è un mercato marginale, ma è pur sempre una piazza dove si fanno "affari" con le ragazze nigeriane, ingannate e portate in strada a vendersi e minacciate con riti di magia nera. Anche la richiesta di eroina, secondo le forze di polizia locali, si è fatta più consistente negli ultimi cinque anni.
(La Stampa)
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