Secondo l'Organizzazione Internazionale per Migrazioni i morti nel naufragio di ieri sarebbero 117.
Gli unici tre superstiti, salvati dalla Marina Militare italiana, confermano che su quel gommone partito dalla Libia erano in 120. Sono rimasti in mare per ore e adesso si trovano a Lampedusa.
Ecatombe nel Mediterraneo
117 migranti risultano dispersi in un naufragio davanti alle coste della Libia. Il gommone era stato avvistato venerdì notte al largo di Tripoli. La ong Sea Watch aveva subito contattato le autorità italiane, offrendosi di aiutare i soccorsi, ma la Guardia Costiera italiana ha girato l’offerta alla Libia, «quale autorità coordinatrice dell’evento»
Del naufragio era stata allertata la Guardia Costiera libica che, evidentemente, non è intervenuta
«Acquisita la notizia - chiarisce la nota della nostra Guarda costiera - come previsto dalla normativa internazionale sul Sar, abbiamo immediatamente verificato che la Guardia Costiera libica fosse a conoscenza dell’evento in corso all'interno della sua area di responsabilità, assicurando la massima collaborazione»
In mare senza soccorsi per ore
Un rimpallo di responsabilità inaccettabile. Sea Watch, la nave di Medici senza Frontiere, quando è venuta a conoscenza delle difficoltà dell'imbarcazione dei naufraghi, si trovava a tre ore di navigazione e allora avvisa la Guardia Costiera italiana che gira l'informazione ai libici affinché intervengano perché la zona è quella di loro competenza.
Un rimpallo di responsabilità inaccettabile. Sea Watch, la nave di Medici senza Frontiere, quando è venuta a conoscenza delle difficoltà dell'imbarcazione dei naufraghi, si trovava a tre ore di navigazione e allora avvisa la Guardia Costiera italiana che gira l'informazione ai libici affinché intervengano perché la zona è quella di loro competenza.
Ma la Guardia Costiera libica comunica semplicemente il luogo del naufragio a un mercantile di passaggio che però risponde semplicemente che non vede nessun naufragio.
Solo a quel punto la Guarda Costiera italiana, resasi conto che nel frattempo nessuno è intervenuto, fa partire nella notte un elicottero della Marina Militare italiana che non può far altro altro che salvare gli unici tre superstiti. Gli unici tre che hanno avuto la forza di restare in balia delle onde per diverse ore.
Solo a quel punto la Guarda Costiera italiana, resasi conto che nel frattempo nessuno è intervenuto, fa partire nella notte un elicottero della Marina Militare italiana che non può far altro altro che salvare gli unici tre superstiti. Gli unici tre che hanno avuto la forza di restare in balia delle onde per diverse ore.
«I tre sopravvissuti arrivati a Lampedusa ci hanno detto che erano in 120 — spiega Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Organizzazione internazionale dei migranti (Oim) — Dopo 11 ore di navigazione hanno imbarcato acqua, hanno cominciato ad affondare e le persone ad affogare. Sono rimasti diverse ore in mare. Tra i dispersi ci sono 10 donne, di cui una incinta, e due bambini, di cui uno di 2 mesi»
Sul gommone erano imbarcati migranti dell'Africa Sub-Sahariana e tra di loro molti uomini e donne provenienti dalla Nigeria. Si tratta del primo naufragio, di cui si abbia conoscenza, avvenuto nel 2019.
(Corriere della Sera)
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