Si tratta dell'attuale prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, e dell'ex prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu. Tra le principali accuse frode e turbativa d'asta.
Sono 42 gli indagati che hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini nell'ambito dell'inchiesta della procura di Gorizia sulla gestione del Cara di Gradisca d'Isonzo.
Tra gli indagati anche alcuni nomi eccellenti. Si tratta di quelli dei due ex prefetti di Gorizia, Maria Augusta Marrosu e Vittorio Zappalorto. Insime a loro indagati anche due viceprefetti operanti nell'Isontino nel periodo tra il 2011 e il 2015, Gloria Allegretto e Antonio Spoldi.
Si tratta del terzo filone investigativo relativo alla gestione del CARA (ex-CIE) di Gradisca d'Isonzo, che è già finito al centro di una processo in corso al Tribunale di Gorizia.
I reati
Tra le principali accuse c'è la turbativa d'asta in ordine allo svolgimento della gara di appalto che "si era conclusa con l'aggiudicazione della gestione del Centro di Gradisca al Consorzio Connecting People", consorzio di rilevanza nazionale, gestore di altri grandi centri di accoglienza, e sotto sotto inchiesta in diversi filoni di indagine di altre procure, e attualmente in "concordato preventivo", ovvero sull'orlo del fallimento.
Per quanto riguarda il Cara di Gradisca d'Isonzo, che attualmente ospita poco più di 200 migranti, si parla anche di associazione per delinquere in riferimento a diverse figure della Connecting People, con i prefetti Marrosu e Zappalorto e il viceprefetto Allegretto, in presunto concorso esterno. Altro reato ipotizzato è quello di frode in pubbliche forniture, oltre all'ipotesi di truffa ai danni dello Stato.
(Il Piccolo)
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