mercoledì 19 giugno 2019

Sea Watch. Ostaggi dei criminali al governo di un'Italia in cui non mi riconosco più

Sea Watch 3, il capitano: "A bordo casi di disidratazione, migranti devono scendere subito"

Dalla nave Sea Watch 3 arriva la testimonianza del capitano Carola Rackete: "Sono qui di fronte a Lampedusa da venerdì 14, attualmente con 43 persone a bordo. Ne abbiamo salvate 53 il 12 giugno, di cui 10 sono state fatte sbarcare dalle autorità italiane per motivi di salute. Nonostante ciò il ministro degli Interni italiano ha emanato un nuovo decreto legge che ci impedisce di entrare nelle acque territoriali, in contrasto con la Legge del Mare"

Il capitano ha raccontato che le persone rimaste sulla nave sono sempre più preoccupate per il loro futuro. "Il rollio della nave è costante. Ci sono ogni giorno problemi di disidratazione, e abbiamo la necessità di sbarcare queste persone in sicurezza il prima possibile"



Per nascondere crisi del lavoro, la crisi dell'economia e della democrazia, il faro viene puntato su persone inermi, sui migranti e sui richiedenti asilo.

Guarda al mare la maggior parte degli italiani per "sentirsi al sicuro" sotto gli ombrelloni del disumano.

LIBERIAMOLI

Il Gesù Cristo moderno

Pare che questo uomo abbia risposto a dei bambini libici un po' insolenti che hanno chiamato i loro genitori. Il povero migrante che aveva osato rispondere a quei bambini insolenti è stato poi crocifisso in questo modo orribile.

In realtà è che ogni migrante passato dalla Libia è terrorizzato al solo nome di "libico". Da quelle parti sono considerati esseri inferiori, vessati, taglieggiati, rapiti, feriti ed uccisi.

In Libia non c'è mai stato un processo per la morte di un migrante per mano di un libico, eppure, il numero di spariti è 5 volte superiore a quello delle morti in mare.

La Libia come porto sicuro. Cosi dice il governo dell'Italia pur di non accogliere chi scappa.

Sapere di essere in parte responsabili di questo massacro, risveglierà la coscienza dei tanti italiani guardiani dell'inferno.





Articolo a cura di
Maris Davis


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