sabato 19 maggio 2018

Repubblica Democratica del Congo. Ebola fa paura, 25 morti in pochi giorni

L’Oms: «rischio di contagio alto». Confermato un caso a Mbandaka, città di oltre un milione di abitanti. Già arrivate 4000 dosi di un vaccino sperimentale.


Ebola torna a fare paura
Nella Repubblica Democratica del Congo sono già stati registrati 45 casi (tra sospetti e confermati) con 25 decessi. Ma i numeri cambiano di ora in ora. Il primo focolaio è stato registrato a Bikoro, piccolo centro situato sul Tumba ma quel che più preoccupa gli operatori sanitari è che la malattia ha raggiunto l’area urbana. Un caso è stato infatti riscontrato a Mbandaka, il primo in una città di oltre un milione di abitanti situata a 130 chilometri dal centro in cui è stato osservato il primo focolaio. Nell'ultima ora un'agenzia ha confermato che i casi in città sono già tre.

L’evoluzione, spiega Peter Salama, inviato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, potrebbe portare ad un «aumento esplosivo» dei casi. «Questo è uno sviluppo importante. Ora abbiamo un ebola urbano, che è molto diverso da quello rurale. Ora c’è il potenziale per un aumento esplosivo dei casi»

Rischio alto di trasmissione
Nell'ultimo rapporto Oms il rischio che il virus si diffonda ulteriormente nella Repubblica Democratica del Congo è passato da «alto» a «molto alto». Il rischio che la malattia si diffonda nel resto del mondo resta basso. La preoccupazione è aumentata proprio dopo che l’Oms ha annunciato il primo caso in città anche se il Comitato di emergenza dell’Oms ha dichiarato che l’epidemia in Congo non è per ora una emergenza internazionale di salute pubblica.

Gli aiuti della Comunità Europea
Per affrontare l’emergenza la Commissione Europea ha varato un pacchetto di aiuti umanitari urgenti per aiutare il contenimento del focolaio di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. La prima misura è lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per il supporto logistico alle operazioni dell’Oms e di ulteriori 130mila euro per la Croce Rossa Internazionale. Inoltre il servizio aereo umanitario della Protezione Civile Europea (Echo) sarà utilizzato per il trasporto di esperti medici, staff di emergenza e attrezzature nella zona interessata.

Il virus
Tra il 2013 3 il 2016 Ebola ha ucciso oltre undicimila persone soprattutto tra Sierra Leone, Liberia, Guinea, Nigeria. L’8 maggio scorso però il governo ha annunciato il ritorno di Ebola, ma l’arrivo del virus in un’area urbana sta spaventando le autorità visto che la malattia si propaga molto rapidamente e il tasso di mortalità è molto elevato (muore una persona su due).

Il virus si trasmette attraverso il contatto diretto con fluidi corporei di persone infette, motivo per cui sono a maggior rischio gli operatori sanitari e il personale delle organizzazioni umanitarie. L’incubazione dura da 2 a 21 giorni e i primi sintomi sono febbre, affaticamento, mal di testa, mal di gola. In questa fase è difficile distinguere Ebola da altre malattie come la malaria, la febbre tifoide o la meningite. Poi si verificano vomito, diarrea, eruzioni cutanee e sanguinamenti.

La nona epidemia di Ebola
«Questa è la nona epidemia di Ebola in Congo negli ultimi 40 anni. Finora, sono tutte scoppiate in aree remote e isolate, com'è stato per l’ultimo caso dello scorso anno a Likati, quando l’epidemia non si è diffusa», spiega la dottoressa Roberta Petrucci, membro di una delle équipe di emergenza di Medici Senza Froniere in azione. «Con i nuovi casi confermati a Mbandaka, la situazione è cambiata, ed è diventata più grave e allarmante, dato che la malattia ha raggiunto un’area urbana. È fondamentale monitorare il caso sospetto per avere una visione più chiara dei suoi spostamenti fino alla città. Stiamo lavorando a stretto contatto con il ministero della Salute e le altre organizzazioni sul campo per implementare una risposta coordinata, coerente e rapida per arrestare la diffusione dell’Ebola»


Il vaccino sperimentale
La strategia messa in atto dalle autorità sanitarie prevede il trattamento immediato e l’isolamento dei soggetti malati, tracciare i contatti, informare la popolazione sulla malattia: come prevenirla e dove cercare assistenza. Gli operatori sanitari sono al lavoro per rintracciare il più velocemente possibile le persone che sarebbero entrate in contatto con le persone malate. L’obiettivo è immunizzare queste persone con il vaccino che, seppur ancora sperimentale, si è rivelato efficace nell'epidemia del 2014. Sul territorio congolese sono già disponibili 4000 dosi di vaccino, ma la difficoltà nella somministrazione riguarda soprattutto le zone periferiche perché il farmaco va conservato a temperature molto basse (intorno ai -60 gradi).
(Corriere della Sera)




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