venerdì 17 agosto 2018

Catania. Sfruttamento della prostituzione e tratta, arrestata coppia di nigeriani

Frank ed Edith Josiah, nigeriani, sono accusati di traffico di esseri umani e di avere costretto giovani connazionali a prostituirsi sottomettendole con rituali woodoo.


Le giovani vittime, una volta inserite in strutture protette, hanno denunciato tutto. Forse "salvate" dall'Oba di Benin City che da pochi mesi ha annullato gli effetti malefici dei rituali woodoo destinati a sottomettere le ragazze sfruttate sessualmente. Ora le ragazze hanno meno paura.

Frank e Edith Josiah, marito e moglie nigeriani, rispettivamente di 21 e 25 anni sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria da agenti della squadra mobile della questura di Catania per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione (anche minorile) e tratta di persone, con le aggravanti della trans-nazionalità del reato, di avere agito mediante minaccia attuata attraverso la realizzazione di rituali woodoo, anche ai danni di minorenni, al fine di sfruttare la prostituzione ed esponendo le persone offese ad un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica (facendo loro attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali, che le sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, facendole giungere in Italia via mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti, esponendole ad un altissimo rischio di naufragio). Sono accusati di avere reclutato giovani ragazze sia in Nigeria che in Libia.

L’inchiesta, che si è conclusa con il fermo dei due, è maturata nel corso di un’indagine dopo la segnalazione del 20 aprile 2018, relativa ad una minorenne nigeriana, costretta a prostituirsi a Catania da un uomo di nome “Frank”, rintracciabile presso un’abitazione ubicata nel popolare rione di San Cristoforo.

All'interno di un appartamento la polizia ha identificato alcune giovani nigeriane, vittime di tratta, che sono state immediatamente collocate in strutture protette.

Una delle ragazze, sentita dagli investigatori, ha riferito di aver lasciato la Nigeria all'età di appena quattordici anni a causa delle condizioni di disperata povertà della sua famiglia, accettando la proposta di una connazionale che si trovava in Italia che le aveva offerto di farsi carico delle spese del viaggio verso l’Europa con l’accordo che la donna, una volta giunta in Italia, avrebbe lavorato alle sue dipendenze come prostituta e con i guadagni avrebbe pagato il debito di ingaggio pari a 15mila euro.

La giovane era stata costretta a sottoporsi ad un rito woodoo prima della partenza dalla Nigeria e con tale rito si era impegnata a pagare il debito e a non denunziare i propri aguzzini, altrimenti sarebbe morta. La ragazza, minorenne, giunta a Catania l’11 ottobre del 2017, a bordo della nave della Marina Militare francese “Ducuing”, assieme ad altri 134 migranti di varie nazionalità, su ordine dei propri trafficanti aveva dichiarato di esser maggiorenne e, dopo esser stata collocata in una comunità in provincia di Messina, aveva avvisato la "mamam" che aveva inviato il proprio marito Frank Josiah a prelevarla presso la struttura. L’uomo l’aveva quindi condotta presso l’appartamento della coppia dove "mamam" Edith Josiah (moglie di Frank) la attendeva e la avviava, dopo appena, una settimana alla prostituzione su strada.

Anche un'altra ragazza ha reso dichiarazioni dello stesso tenore riferendo di esser stata costretta dalle condizioni di indigenza a lasciare il proprio paese, di aver assunto un debito di ingaggio consacrato con rito woodoo, di esser stata prelevata da due connazionali presso la struttura dove era stata collocata all'arrivo in Italia e di aver così raggiunto Catania dove trovava Frank Josiah ad attenderla per accompagnarla presso l’appartamento di via San Cristoforo.

I coniugi Josiah, successivamente all'intervento della polizia e alla conseguente “perdita di possesso” delle loro vittime (collocate subito in luoghi protetti) sarebbe intervenuta sui familiari delle ragazze tramite ‘amici’ in Nigeria, minacciandoli affinché effettuassero pressioni sulle congiunte, convincendole a ritornare dai coniugi Josiah, commissionando l’esecuzione di nuovi riti woodoo per intimorire le vittime.

Nei contatti intercettati Edith Josiah commentava con i propri interlocutori gli effetti del recente editto del Re Oba Ewuare II (Oba di Benin City) con il quale erano stati annullati gli effetti dei riti celebrati per vincolare le vittime di tratta al pagamento del debito. La donna rilevava che a seguito dell’editto ormai molte vittime non avevano più paura ed avevano smesso di pagare le proprie "mamam" ed addebitava la responsabilità della propria vicenda al Re Oba.
(La Repubblica)


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