Nel 2017 sono stati 19,4 milioni gli africani emigrati all'interno dello stesso continente.
Gli spostamenti per ragioni economiche sono in prevalenza nell'area occidentale. Molte le opportunità create nei paesi di arrivo.
Migrazioni come opportunità. Altrove, come in Africa. Mentre in Italia ci si accapiglia sullo sfondo della “crisi migranti”, gli africani continuano a muoversi. E non solo in direzione dell’Europa, come la propaganda degli ultimi tempi vuol farci credere, ma tra un paese africano e l’altro.
Nel 2017 ben 19,4 milioni sono stati gli africani emigrati all'interno dello stesso continente.
Il 78,8% degli immigrati che si trovano in Africa sono africani, vale a dire 4 su 5. Ed è l’Africa occidentale (anche grazie al sistema della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale, Ecowas) a registrare la maggiore migrazione a livello interno, l’89%. Inoltre, 5,5 milioni sono le persone arrivate in Africa da altri continenti.
Tanto per dare un termine di confronto nello stesso anno in Europa, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), sono arrivati 186.768 migranti, un niente rispetto al totale degli africani che, per un motivo o per l'altro, hanno lasciato la propria terra d'origine in Africa. A questi numeri dobbiamo aggiungere il dato dei 3.116 che sono morti o dispersi nel Mediterraneo.
Nel 2017 si sono contati 258 milioni di migranti a livello globale, ma solo il 35% ha viaggiato in direzione sud-nord (dai paesi sviluppati ai paesi in via di sviluppo, per intenderci). Nella top five dei paesi con il maggior numero di migranti interni in Africa, ci sono (in ordine decrescente) Sudafrica, Costa d’Avorio, Uganda, Nigeria, Etiopia, tutti con oltre un milione di migranti.
Mobilità benefica
Si tratta di una mobilità interna cresciuta nel corso degli anni e che genera una serie di benefici sociali, economici e anche politici. Il Rapporto 2018 dell’Unctad (Conferenza dell’Onu sul commercio e lo sviluppo) sull'Africa mostra come le migrazioni (e non le politiche di respingimento) contribuiscano in meglio alle trasformazioni strutturali dei paesi.
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