La maggior parte sono detenuti in campi militari. Il Ministero della Giustizia ammette, troppo ritardi nell'azione penale dovuti ad indagini insufficienti.
L'esercito nigeriano mentre arresta alcuni miliziani Boko Haram |
Il 9 ottobre si aprirà un grande processo a 1.600 membri del gruppo armato nigeriano Boko Haram. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il Ministro della Giustizia, Abubakar Malami che ha consegnato i casi a diversi procuratori. Ha anche approvato un elenco di giudici. Tutti i sospetti saranno assistiti da un difensore. Dei 1.600 detenuti, 220 probabilmente verranno scarcerati a breve perché mancano le prove di un loro coinvolgimento diretto in azioni militari. Verranno comunque iscritti a programmi di de-radicalizzazione.
Gran parte di questi primi 1.600 imputati rischiano seriamente la pena di morte, visti i gravi capi di accusa a loro carico
Ai detenuti sarà garantita una difesa con avvocati scelti dal Consiglio di Assistenza legale. Secondo quanto hanno reso noto le forze di sicurezza, i miliziani di Boko Haram arrestati e mandati in carcere sono migliaia, ma sino ad oggi risultano pochissime incriminazioni e condanne. Secondo il Ministero della Giustizia, i ritardi nell'azione penale sono dovuti ad insufficienti indagini e problemi logistici.
Il personaggio di maggiore spicco è Khalid al-Barnawi, leader di un gruppo islamico Ansaru (secessionista rispetto a Boko Haram) che era nella lista nera degli Stati Uniti fino al suo arresto in Nigeria, nell'aprile dello scorso anno. È formalmente accusato del rapimento e dell'assassinio di 10 stranieri.
(Globalist)
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