venerdì 14 dicembre 2018

Sud Sudan. Venduta su facebook una 16enne, offerta in moglie al miglior offerente

Il caso è scoppiato a fine ottobre quando il padre di una giovane pubblica su facebook il post dell'orrore. Il social network impiega due settimane per rimuoverlo.


Facebook velocissimo a rimuovere post di nudo femminile (che in fondo non fanno male a nessuno, solo agli ipocriti del pudore), ma lentissimo a rimuovere post discriminatori, razzisti, inneggianti all'odio, o post che mettono in "vendita" ragazzine. In fondo esiste la libertà di parola e di pensiero, ma non quella di essere donna.

Anche alti funzionari locali hanno provato ad aggiudicarsi la giovane, data poi in matrimonio a un ricco uomo d'affari

Parliamo spesso di Sud Sudan per quella terribile e feroce guerra civile che lo insanguina dal 2013. Un guerra civile che ha provocato orrori, bambini soldato, uccisioni indiscriminate di civili, profughi, e povertà estrema. E sarà stata proprio l'estrema povertà che ha indotto un padre a "vendere" sua figlia 16enne su facebook, lì dove tutto il mondo poteva vedere.

Una vera e propria asta su Facebook per aggiudicarsi una sposa ragazzina
Manco fosse un oggetto o un animale, una 16enne è stata esposta dalla sua famiglia sul social network con tanto di foto e assicurazioni anche sull'altezza, tale da garantire al vincitore dell’asta dei figli con “posti garantiti nella Nba”, il campionato di basket americano. Di più: all’asta hanno partecipato anche altissimi funzionari governativi, che invece di stroncare quanto stava accadendo hanno postato le loro offerte per la giovane Nyalong Ngong Deng Jalang.

Facebook ha impiegato circa due settimane per eliminare un annuncio che metteva all'asta in Sud Sudan una ragazzina di 16 anni. L’asta, promossa dal padre dell'adolescente, è iniziata il 25 ottobre, si è conclusa con l’offerta vincente di 500 mucche, 3 auto e 10mila dollari e con il matrimonio della ragazzina, celebrato a Juba il 3 novembre.

L’annuncio era accompagnato dalla foto della giovane originaria dello Stato di Eastern Lakes. In palio c’era una giovane alta e dall'espressione spenta. “La competizione è assolutamente consentita nella cultura Dinka/Jieng”, sosteneva il post.

A partecipare alla “competizione” almeno cinque uomini, tra i quali il vice governatore dello Stato David Mayom Riak, arrivato a offrire in dote 353 mucche e terreni di “prima classe”. Non è bastato.


Ad aggiudicarsi quella che era già stata tristemente definita sui social “la vergine più cara del Sud Sudan” è stato il ricco uomo d’affari Kok Alat, dietro alla dote di 500 mucche, tre automobili e 10mila dollari

Foto del matrimonio dopo l'asta su facebook

Facebook ha rimosso il post solamente il 9 novembre quando l'orrore si era ormai compiuto. Alla CNN, che per prima ha scoperto l’accaduto, Facebook ha dichiarato di aver disabilitato l’account dell’utente che ha pubblicato l’asta sul social network.

George Otim, direttore generale di Plan International South Sudan, associazione che difende i diritti dei bambini nel paese africano, ha dichiarato: “Questo uso barbarico della tecnologia degli ultimi giorni ricorda i mercati degli schiavi. È incredibile che nel 2018 una ragazza possa essere venduta per il matrimonio sul più grande social network al mondo. Plan International chiede al governo del Sud Sudan di indagare su quest’argomento e sospendere i funzionari che hanno preso parte alla gara. Incoraggiamo tutte le ragazze che si trovano in situazioni simili di matrimoni forzati e precoci a segnalarle alla polizia

Nonostante il post in questione sia diventato virale in Sud Sudan, non è chiaro il motivo per cui il social network abbia impiegato più di due settimane per accorgersi di quello che stava succedendo. Poche settimane fa il social network aveva annunciato in pompa magna strumenti di intelligenza artificiale per scovare gli abusi sui minori.

Molte Ong hanno esortato il governo a occuparsi della vicenda
È da non credere che una ragazza possa essere venduta come sposa sul più grande social network del mondo”, sottolinea George Otim, responsabile di Plan International South Sudan.

Nonostante l’età legale per il matrimonio sia di 18 anni. "Oltre il 50 per cento delle ragazze sud sudanesi si sposa prima di diventare maggiorenne", sottolinea l’Unicef. Gli alti livelli di povertà, la perdurante situazione di conflitto, i bassi livelli di istruzione, oltre che le tradizioni locali, hanno contribuito a far crescere il fenomeno.

Un portavoce di Facebook ha dichiarato: “Qualsiasi forma di traffico di esseri umani, che siano post, pagine, annunci o gruppi non sono consentiti su Facebook. Abbiamo rimosso il post e disattivato permanentemente l’account appartenente alla persona che l’ha pubblicato su Facebook. Miglioriamo costantemente i metodi che utilizziamo per identificare i contenuti che infrangono le nostre politiche, raddoppiando il nostro team di sicurezza e protezione e investimento in tecnologia

In alcune comunità locali il matrimonio precoce è considerato un modo per “proteggere” le ragazze dal sesso pre-matrimoniale e dalle gravidanze indesiderate, in altri casi come la maniera più semplice di poter ottenere bestiame e soldi grazie alla tradizionale dote, equivalente solitamente a 30-40 mucche e denaro o terreni. “È una pratica che viola i diritti delle ragazze, privandole del diritto all'istruzione, incrementando il rischio di violenza e riducendole a mera proprietà di qualcun altro

I matrimoni precoci e combinati in Sud Sudan sono illegali, ma secondo gli esperti l’accaduto potrebbe dare il via ad una serie di emulazioni e aumentare il traffico di minorenni

Il “successo” dell’asta su Facebook potrebbe spingere molte famiglie del Sud Sudan a replicare quanto accaduto, anche se il social network ha ribadito che sul sitonon è consentita alcuna forma di traffico di esseri umani

Le Ong chiedono un monitoraggio più attento, oltre alla sospensione dei funzionari che hanno preso parte all'asta. Le famiglie, sottolineano, dovrebbero considerare la dote come un simbolo di apprezzamento invece che come un pagamento per le loro figlie. Ma la strada per riuscire a sconfiggere il fenomeno appare ancora molto lunga.
(Avvenire)


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Articolo a cura di
Maris Davis


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