martedì 22 agosto 2017

Barcellona, individuato e ucciso dalla polizia catalana il killer delle ramblas


La polizia catalana ha ucciso Younes Abouyaaquoub, l’uomo che ha massacrato 13 persone buttandosi con un furgone sulla Rambla di Barcellona. Localizzato grazie alla segnalazione di una cittadina. Indossava una finta cintura esplosiva e «ha urlato Allah Akbar». Era l'unico della cellula terroristica ancora in fuga.

«Mi sembra un tipo sospetto». «Perché?». «Ha una maglietta, e sopra una camicia. Ma oggi ci sono 30 gradi... È strano», riflette una donna, parlando al telefono con il poliziotto. E poi insiste: «Guardi, somiglia davvero tanto a quel ragazzo». «Va bene, stiamo venendo a verificare. Grazie della segnalazione»

Tre del pomeriggio di ieri, villetta di campagna, Sant Sadurnì, 50 chilometri a nord-ovest di Barcellona. Poco prima è successo questo: la signora vede un uomo che s’avvicina alla casa, da lontano gli chiede cosa stia cercando. Lui si blocca un attimo, non risponde. Poi si gira e inizia a correre: in pochi secondi scompare tra i filari di un vigneto. È sul ciglio di una strada assolata e deserta, in questa campagna famosa per la produzione dello spumante spagnolo. Un’ora e mezza dopo quella chiamata al 112 muore Younes Abouyaaqoub, 22 anni, marocchino, l’uomo che ha massacrato 13 persone buttandosi con un furgone sulla Rambla di Barcellona.

Fuga
Younes Abouyaaquoub, 22 anni
l'attentatore delle ramblas ucciso ieri
Quattro giorni in fuga senza fare molta strada. L’ipotesi più probabile è che non sia riuscito a trovare una macchina, che abbia evitato i mezzi pubblici, e si sia spostato solo a piedi, in zone rurali, soprattutto di notte. Randagio, solitario, super ricercato: abbattuto dalle pallottole della polizia come Anis Amri (l’attentatore di Berlino ucciso a Milano) e Abdelhamid Abaaoud (uno dei killer di Parigi).

Abouyaaqoub portava una cintura esplosiva sotto la camicia, poi rivelatasi falsa, ma solo quando un robot degli artificieri ha accertato che era davvero falsa, alla fine di ieri pomeriggio, il capo dei Mossos d’Esquadra (la polizia catalana) è andato in televisione a dichiarare che la cellula è stata definitivamente smantellata: quattro arrestati; cinque terroristi uccisi nel secondo attacco di giovedì notte a Cambrils; altri due (forse tre, tra cui di certo l’imam Es Satty, che capeggiava il gruppo) massacrati nell’esplosione accidentale della villetta in cui stavano preparando le bombe; più un fiancheggiatore bloccato in Marocco. «Ma l’inchiesta non è chiusa, spiegano i Mossos, ora bisogna ricostruire tutta la rete internazionale che ha supportato questo gruppo»

Responsabile anche dell'uccisione di Pau
Younes Abouyaaqoub era arrivato in Spagna quando aveva 4 anni e muore a 22 portandosi dietro, oltre le 13 vittime della Rambla, anche il cadavere di Pau Perez, 35 anni, calciatore, cooperante ad Haiti, impiegato in un’azienda vinicola.

Solo ieri il suo nome è stato incluso ufficialmente nella storia nera dell’attentato di Barcellona. È iniziato tutto a metà pomeriggio del 17 agosto: Abouyaaqoub investe i passanti con un furgone sul viale più famoso della città, si ferma dopo 600 metri perché gli urti hanno fatto scattare l’airbag. Intorno è il caos, urla, persone che scappano. Lui approfitta della confusione. Scende e si infila tra i banchi della Boqueria, il mercato storico. Pantaloni scuri, polo a righe, occhiali, si allontana camminando e scompare tra i vicoli del Raval.

Viene inquadrato da alcune telecamere: senza mai affrettare troppo il passo, cammina per più di un’ora, e così intorno alle 18.15 arriva nella zona universitaria, molto distante dal centro. Incontra Pau Perez, che è appena salito sulla sua Ford Focus bianca, di ritorno dal lavoro. Lo accoltella e si mette alla guida dell’auto, che abbandonerà fuori città, dopo aver sfondato un posto di blocco sull'Avenida Diagonal. Nella Focus la polizia troverà il cadavere dissanguato del proprietario dell’auto. Ieri Abouyaaqoub aveva in tasca alcuni coltelli. La polizia deve accertare se con uno di questi ha ucciso Pau Perez.
(Corriere della Sera)

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