Il presidente del Burundi Pierre Nkurunziza |
Da circa un mese i cittadini del Burundi sono chiamati a partecipare ad una raccolta fondi lanciata dal presidente Pierre Nkurunziza per finanziare, attraverso le donazioni, le elezioni del 2020.
Una chiamata che finora, secondo fonti amministrative, non ha avuto un grande seguito. Una risposta prevedibile vista la grave crisi economica, sociale e politica che il paese sta vivendo da oltre due anni, dopo che Nkurunziza ha modificato la Costituzione riuscendo a farsi eleggere per un terzo mandato e instaurando un regime repressivo nei confronti del dissenso che ha causato la fuga di oltre 400 mila cittadini. La popolazione, inoltre, è tra le più povere al mondo, con un reddito pro-capite di circa 300 dollari al mese.
Nel tentativo di smuovere il sentimento patriottico nazionale, lunedì, il presidente ha dato l’esempio recandosi presso la banca centrale della sua provincia natale, Ngozi, nel nord del paese, e depositando il corrispettivo di quasi 2.500 euro in banconote nuove di zecca, in un conto dedicato al finanziamento delle elezioni 2020.
Nkurunziza ha poi spiegato alla stampa il significato del suo gesto: "È un gesto patriottico” ha detto, promettendo di raccogliere assieme alla sua famiglia la somma di 5 milioni e chiedendo a tutti un contributo. L'obiettivo è quello di finanziare le elezioni per evitare ancora una volta di dipendere da donatori stranieri, che non avevano esitato a sospendere il loro sostegno nel 2015, quando il presidente forzò la mano per poter restare al potere.
Commentando la mossa di Nkuruziza, Charles Nditije, presidente della Cnared, una piattaforma di opposizione in esilio, denuncia l’evidenza di "una marcia forzata verso un quarto mandato, diventato irreversibile" nonostante l’isolamento internazionale.
(Rfi Afrique)
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