A Nairobi boom di colera e ospedali pieni. Anche i politici restano senza letto. Oltre 350 i casi segnalati.
Oltre agli ospedali, le autorità hanno istituito altri 10 centri medici per far fronte all'epidemia, ha detto ieri il ministro della Salute, Cleoza Mailu, aggiungendo che il governo ha chiuso due alberghi e un ristorante popolare.
L’esecutivo ha anche ordinato test immediati per circa mezzo milione di persone impegnate in vario modo nella gestione e preparazione di prodotti alimentari. Il Ministro della Salutre ha anche dichiarato che le autorità locali a Nairobi dovrebbero riparare tutte le fognature rotte, assicurare che tutti i fornitori di acqua si riforniscano da fonti certificate e vietare la vendita di cibo per strada.
Il contenimento del colera a Nairobi, una delle più grandi metropoli africane con oltre 4 milioni di abitanti, è una corsa contro il tempo. Il Kenya ha subito diverse onde di colera dal 1971, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Un focolaio nel marzo dello scorso anno ha ucciso 216 persone con 13.000 ospedalizzati in tutto il paese. L’ultima epidemia si era diffusa nel 2015 nel campo di rifugiati di Dadaab.
«Tutti gli ospedali privati a Nairobi sono pieni ed è molto difficile ottenere un posto letto anche per le persone più ricche»
Il virus si trasmette attraverso cibo e acqua infetti, e può uccidere entro poche ore se non trattato con liquidi endovenosi e antibiotici.
(Reuters)
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