domenica 18 ottobre 2015

18 Ottobre .. Giornata contro la Tratta. Io, ex-vittima di tratta, vi racconto

"Basta convegni, progetti e tutor. Le protagoniste della lotta siamo noi, ex-ragazze vittime di tratta"

"Per la prima volta in Italia e in Europa, le vittime della tratta si presentano direttamente e senza mediazioni alla opinione pubblica, agli altri servizi, alle istituzioni per affermare che non è più possibile prendere decisioni e attivare iniziative senza o contro le vittime della tratta"

Tutto è business, e potrebbe esserci (anzi c'è già) anche un business della lotta alla tratta. Associazioni, fondazioni, progetti finanziabili con fondi europei, eventualmente corsi di formazione. Intanto le vittime di tratta restano in strada, costrette a continuare a prostituirsi per poter mangiare il giorno dopo. Migliaia e migliaia di euro spesi in congressi e progetti mentre le ragazze sono alla fame.

Come Bose, che dalla prostituzione era uscita, costretta a rientrarvi per mantenere se stessa e i suoi bambini. Tornata in strada, Bose è stata uccisa (a Palermo alla vigilia di Natale del 2013).

Isoke ex vittima di tratta
Le ragazze vittime di tratta hanno deciso che le protagoniste della lotta devono essere loro stesse, con la loro faccia e la loro voce, senza l’intermediazione di enti, istituzioni o tutor. La prima è stata la nigeriana Isoke Aikpitanyi, che si è ribellata ai trafficanti ed è stata quasi uccisa. Lo ha raccontato nei suoi libri, a cominciare da "Le ragazze di Benin City. La tratta delle nuove schiave dalla Nigeria ai marciapiedi d’Italia". E oggi gestisce in modo autonomo e autofinanziato 4 case di accoglienza in diverse città italiane.

A Palermo 50 ragazze quasi tutte nigeriane hanno costituito insieme a Isoke un’associazione che dà una mano alle altre ragazze, e oggi 18 ottobre celebrano la Giornata Europea contro la Tratta.

Maris Davis nel 2011
Io stessa schiava sessuale per nove anni, prima in Italia e poi in Spagna, nove lunghi anni di violenze e soprusi. Dopo alcuni anni dalla fine della schiavitù, nel 2010 quasi timidamente, decisi di affidare ad un libretto pubblicato su internet la mia vicenda personale. Quel libretto ebbe una discreta diffusione e tanto che la mia storia personale venne raccontata anche in un libro, Spezzare le Catene, edito da Rizzoli nel 2012.

Nel mio piccolo scrivo e informo l'opinione pubblica per sensibilizzare sul fenomeno della tratta di Ragazze dalla Nigeria, e nel mio ruolo di mediatrice culturale cerco di aiutare le mie connazionali ad uscire dall'inferno in cui si trovano.

In questi ultimi anni sono sorte associazioni nuove, nuovissime, che si occupano di tratta, molte di queste servono solo a veicolare denari pubblici che vengono erogati sia dal Dipartimento delle Pari Opportunità del ministero dell'Interno che dall'Unione Europea. Soldi che "teoricamente" dovrebbero aiutare le ragazze che in Italia sono costrette a prostituirsi.

A nostro avviso sono soldi usati solo per organizzare convegni, dibattiti, escursioni notturne per portare "bibite calde" a ragazze che difficilmente possono uscire dalla loro condizione di schiavitù.

Un traffico in aumento esponenziale se si pensa che solo nei primi nove mesi del 2015 sono "sbarcate" in Italia più di 4.000 ragazze provenienti dalla Nigeria contro le mille dello scorso anno. In questo momento in Italia ci sono dalle 27.000 alle 30.000 ragazze nigeriane vittime di schiavitù sessuale.

Oggi, nella Giornata Europea contro la Tratta, diciamo BASTA. Abbiamo richieste e proposte perché contro la tratta non si decida e non si agisca senza di noi. E alla fin fine, contro di noi.

Adesso parliamo noi. Nessuno può farlo al posto nostro, nessuno può prendere decisioni sulla nostra testa. Noi vittime di tratta non vogliamo più essere oggetto di interventi, ma soggetti concreti della lotta alla mafia nigeriana.

Noi ragazze chiedono di sedere ai tavoli dove si discute e si decide su tratta e prostituzione.
(Maris)
Parlo di me
(Versione originale del 2010)

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