giovedì 30 aprile 2015

Nigeria, proseguono le operazioni contro Boko Haram. Liberati anche 100 bambini

L’avanzata dell’esercito ha permesso la liberazione di altri 160 ostaggi. Dell’ultimo gruppo di ostaggi liberati fanno parte "circa 60 donne di tutte le età e 100 bambini".

Le ragazze liberate martedì scorso dai campi di Boko Haram sono originarie del villaggio di Gumsuri, nella parte meridionale dello stato nigeriano di Borno. Non si tratta dunque delle ragazze Chibok sequestrate nell'aprile 2014, delle quali si è persa al momento ogni traccia. Le ragazze di Gumsuri erano state rapite dagli estremisti islamici nel dicembre 2014. Prima di intervistarle per accertarne l’identità, l’esercito ha fornito loro assistenza medica.

Intanto continuano i combattimenti nella foresta di Sambisa. Secondo le informazioni riportate dalla stampa nigeriana, le forze armate hanno attaccato diversi campi di addestramento degli estremisti, impadronendosi di importanti quantità di materiali bellici. Avrebbero ucciso, secondo le fonti, diversi comandanti di Boko Haram, di cui non è stata specificata l’identità né l’effettivo ruolo nel gruppo.
(fonte CNN Africa)


mercoledì 29 aprile 2015

Nigeria, liberate 293 ragazze rapite da Boko Haram

L'esercito nigeriano ha liberato 200 ragazze e 93 donne in un'area controllata da Boko Haram, sottolineando però che fra gli ostaggi tratti in salvo non ci sarebbero le ragazze rapite in una scuola di Chibok nell'aprile del 2014. Donne e ragazze sono state liberate nel corso di operazioni militari culminate nella distruzione di quattro campi di Boko Haram all'interno della foresta di Sambisa.

Ragazze e donne erano tenute prigioniere in "quartier generali" fortificati che Boko Haram utilizzava come nascondigli, e ora ritornati sotto il controllo dell'esercito nigeriano. Lo hanno fatto sapere le stesse forze armate nigeriane via Twitter "Le truppe questo pomeriggio hanno salvato 200 ragazze e 93 donne che erano prigioniere di Boko Haram nella foresta di Sambisa".

Qualche ora dopo l’operazione il colonnello Sami Usman, portavoce dell’esercito nigeriano, ha chiarito che tra le 200 ragazze liberate nella foresta Sambisa non ci sono le liceali rapite l’anno scorso a Chibok. Da alcune settimane l'esercito nigeriano in collaborazione con gli eserciti di Niger, Ciad e Camerun sta conducendo un'offensiva con i miliziani islamici di Boko Haram nelle regioni del nord-est della Nigeria.

Da giorni è inoltre in atto un capillare rastrellamento dei quattro eserciti proprio nella foresta di Sambisa, dove i miliziani islamici in fuga si sono rifugiati e dove ancora resistono decine di campi jihadisti nascosti nella folta vegetazione, in un terreno impervio e inospitale, ma che Boko Haram conosce alla perfezione.

Le ragazze liberate in questi giorni erano tenute prigioniere nei quattro diversi "campi" nella foresta di Sambisa che Boko Haram utilizzava come quartier generale o rifugi e che ora sono sotto il controllo dell'esercito nigeriano.

Centinaia di cadaveri, molti ridotti a scheletri, sotterrati in fosse comuni o lasciati a marcire nella foresta, in mezzo ai sentieri, nel letto del fiume in secca, nelle case date alle fiamme sono stati scoperti a Damasak, una delle tante città liberate in queste settimane - leggi -



martedì 28 aprile 2015

Orrore in Nigeria, scoperti centinaia di corpi decomposti a Damasak

Damasak distrutta
È l'ennesimo orrore venuto alla luce mano a mano che città e villaggi ritornano sotto il controllo governativo.

Centinaia di corpi decomposti, compresi quelli di donne e bambini, sono stati scoperti da un comitato governativo inviato a Damasak, nello stato nigeriano del Borno, dopo che la città è stata riconquistata dall'esercito. Il comitato istituito dal governatore del Borno, Kashim Shettima, per stimare il livello di distruzione nelle aree occupate dagli islamisti, ha come obiettivo quello di ripristinare i servizi essenziali e rendere nuovamente abitabili le aree precedentemente occupate dai militanti islamici.

I corpi sono stati trovati nelle case, nelle strade, nel fiume e in una ventina di fosse comuni. Secondo alcuni testimoni le vittime sarebbero circa 400. È l’ennesimo massacro dei Boko Haram.

La cittadina di Damasak, fino a un mese fa era sotto il controllo dei jihadisti. Si tratta del secondo ritrovamento di civili massacrati, anche subito dopo la riconquista della città era stata scoperta una fossa comune con un centinaio di corpi.

Sempre nel nord-est del Paese, nei pressi del villaggio di Bultaram, altre 21 persone sono state uccise dai miliziani. Gli uomini rimasti uccisi stavano cercando di raggiungere le loro case per fare scorta di provviste, quando sono stati oggetto di un’imboscata da parte di persone armate che fanno parte delle milizie di Boko Haram.

Gujba è uno dei tanti distretti dello Stato di Yobe che Boko Haram è riuscito a occupare durante le offensive lanciate lo scorso anno. Molti degli abitanti della zona sono fuggiti dalle loro case, cercando rifugio nella capitale Damaturu. L’esercito nigeriano ha lanciato nel febbraio del 2015 un’operazione militare congiunta con le forze di Ciad, Camerun e Niger, grazie alla quale molte delle aree nello stato di Yobe sono state liberate.

In questi giorni l'ex presidente, Goodluck Jonathan, ha incoraggiato le persone a ritornare nelle proprie case, dichiarando buona parte del nord-est come un territorio sicuro e pacificato. Tuttavia i leader delle comunità locali hanno avvertito i civili del rischio ancora concreto di attacchi da parte di gruppi di militanti jihadisti allo sbando, in particolare in quelle aree più remote, come Gujba, dove la presenza dell’esercito è ancora limitata.




Terremoto in Nepal, si temono diecimila vittime

È un disastro umanitario. Le vittime del devastante terremoto che sabato ha colpito il Nepal potrebbero essere 10 mila. La conferma è arrivata direttamente dal premier nepalese Sushil Koirala che ha lanciato un appello alla comunità internazionale per affrontare l’emergenza dei feriti e degli sfollati. Il bilancio ufficiale, secondo gli ultimi aggiornamenti della polizia, parla di oltre 4.400 vittime. E l’emergenza nei luoghi colpiti resta gravissima. C’è urgente bisogno di tende, medicine e assistenza sanitaria. Per l’ONU sono state colpite del sisma 8 milioni di persone e di queste 1,4 milioni sono a corto di cibo, secondo l'Unicef almeno due milioni i bambini costretti al "gelo".

39 italiani da rintracciare. Tra le vittime ci sono anche 4 italiani. Le loro vite sono state portate via dalla valanga di neve, sassi e ghiaccio che dopo il sisma ha sepolto il villaggio di Langtang, a nord di Kathmandu. Altri 18 italiani sono stati rintracciati dalla Farnesina nella notte (in totale sono 347), ma 39 sono ancora "da rintracciare, non dispersi", spiega il ministro degli Esteri Gentiloni. Tra stanotte e domani, intanto, un primo gruppo di connazionali rientrerà in italia.

Ore di angoscia in tutta Europa. Sono tante le famiglie in tutto Europa che dal sisma di sabato vivono ore di angoscia. Questa è la stagione delle scalate e del trekking e si stima che siano circa 300.000 i turisti stranieri che si trovavano in questi giorni in Nepal e sull'Everest. In Francia mancano all'appello ben 676 persone, in Spagna 117 e in Gran Bretagna almeno 90.

Una donna sulle macerie di alcuni edifici crollati
Gli aiuti internazionali. Le Nazioni unite hanno sbloccato 15 milioni di dollari e anche l’amministrazione Obama ha aumentato gli aiuti dopo il devastante terremoto che ha colpito il Paese, mentre personale dell’esercito americano si unisce ai soccorritori nel Paese. Il segretario di Stato John Kerry ha promesso altri 9 milioni di dollari destinati a "risposta e ripresa", oltre al milione sbloccato sabato per le esigenze immediate. E sono tantissime le organizzazioni internazionali che stanno organizzando l'invio di materiale di primo soccorso.

La terra trema ancora. Intanto in Nepal la terra continua a tremare. Migliaia sono le scosse di assestamento che continuano a susseguirsi, alcune anche decisamente forti, della stessa intensità di quella che devastò L'Aquila nel 2006.

Kathmandu si è spostata di tre metri. Secondo gli esperti il terremoto ha spostato il terreno sotto l'area di Kathmandu fino a tre metri verso sud. L'analisi è dell’università di Cambridge. È improbabile, invece, che l’altezza dell’Everest sia cambiata.

Kathmandu in macerie vista da un drone (Video)

Drone su Kathmandu (Terremoto Nepal) di MarisDavis

Chibok e le altre ragazze rapite da Boko Haram

Non solo Chibok. Tutte le ragazze rapite da Boko Haram che gli hastag non ricordano. Poco più di un anno fa venivano rapite circa 300 ragazze dal villaggio di Chibok. Ma sono almeno 2.000 quelle sequestrate dai terroristi islamici in poco più di un anno.

Era di notte, e i terroristi nigeriani di Boko Haram assaltarono il villaggio di Chibok e rapirono dal dormitorio di una scuola circa 300 ragazze. Solo 57 sono riuscite a scappare, mentre 219 restano ancora nelle mani dei jihadisti in un luogo sconosciuto. Tredici sarebbero sicuramente morte, ma non esistono fonti certe.

Tirannia dell'hastag. La triste ricorrenza dell'anniversario ha riportato alla ribalta anche #BringBackOurGirls ma esattamente come un anno fa, anche oggi non è certo un hashtag che può risolvere le cose o portare sollievo alle famiglie delle rapite. I genitori, traditi dal presidente Goodluck Jonathan, non si fidano neanche del neoeletto Muhammadu Buhari, che ha promesso di riportarle indietro. "Sappiamo che le nostre figlie sono ancora vive e che le rivedremo. Dio ce le riporterà indietro".

Oltre duemila. Ma le ragazze di Chibok non sono le uniche ad essere nelle mani di Boko Haram. Gli hashtag sono selettivi ma come denunciato da Amnesty International, troppo spesso si dimentica che dall'inizio del 2014 sono almeno 2.000 le ragazze e le bambine rapite dai terroristi in decine e decine di attacchi diversi.

Non solo Chibok. Solo dalla città di Damasak, liberata il mese scorso dall'esercito nigeriano, sono state sequestrate circa 400 ragazze e bambine. A fine dicembre, altre 172 erano state prese a forza dal villaggio di Gumsuri. Almeno 60 sono state prelevate "casa per casa" a ottobre dai villaggi di Wagga e Gwarta. E chissà quante altre ce ne sono. Pure loro sono "our girls", anche se non c’è nessun hashtag a ricordarle.





lunedì 27 aprile 2015

Boko Haram attacca l'esercito del Niger sul lago Ciad

Lago Ciad, profughi
Almeno cinquanta soldati del Niger sono rimasti uccisi nel fine settimana durante un attacco degli islamisti di Boko Haram alla base militare di Karamga, sul lago Ciad situato sui confini di Camerun, Niger, Ciad e Nigeria.

Secondo una fonte della sicurezza del Niger i morti sarebbero 48, e 36 i dispersi.

Almeno duemila miliziani islamici, sopraggiunti con barche, hanno attaccato la base militare situata su un'isola del lago Ciad che in quel momento era difesa da circa 150 militari.

La base è ritornata sotto il pieno controllo dell'esercito nigeriano dopo alcune ore. Molte le perdite anche tra i miliziani islamici che hanno ripiegato in territorio nigeriano.


domenica 26 aprile 2015

25 aprile e le contraddizioni all'italiana

Contraddizioni all'italiana viste da una come me che viene da un altro mondo.

Non lasciatevi ingannare dalle mie simpatie per il PD renziano, non lasciatevi ingannare nemmeno per la mia antipatia per l'Islam (quello che nella mia Nigeria uccide), ma ieri, 25 aprile, sono rimasta "scioccata" da quella sinistra OTTUSA che alle manifestazioni ha contestato la presenza della "Brigata Ebraica" che ha combattuto con gli Alleati, ed invece ha plaudito ai "palestinesi" che hanno combattuto con i nazifascisti.

Nella manifestazione "ufficiale" per ricordare la "Liberazione" c'era il PD e la "Brigata ebraica", non c'erano i fascisti di oggi .. e allora
  • perché "quella" sinistra ottusa li ha contestati ??
  • I "partigiani" non erano anche i "rossi" ??
  • Perché i palestinesi di oggi erano assieme a quella sinistra che sa solo contestare, mentre 70 anni fa i palestinesi erano con i nazisti ??

Posso capire tutto, anche che Israele è in realtà uno "Stato" che commette crimini contro l'umanità, ma non mi capacito di quella sinistra che "plaude" a quei palestinesi che 70 anni fa erano a fianco dei nazisti con l'unico obiettivo di annientare l'ebreo di turno.

Ieri 25 aprile si festeggiava la fine di una guerra e l'inizio di una democrazia, semplicemente questo.

Mi sa tanto che c'è una "sinistra" che DEVE studiare di più .. la Storia Italiana è una vera miniera di cose straordinarie. Ragazzi di "quella" sinistra è venuta l'ora di liberarvi del "pugno chiuso" e della "falce e martello", il mondo è CAMBIATO .. Anche per voi è giunto il momento della "Liberazione".
(Maris)

venerdì 24 aprile 2015

Nigeria, offensiva dell'esercito contro Boko Haram nella foresta di Sambisa

Truppe nigeriane nella foresta di Sambisa
Avanzata dell'esercito nigeriano contro Boko Haram nella foresta di Sambisa, ultima roccaforte dei miliziani islamici in territorio nigeriano.

Fonti dell’esercito nigeriano affermano che le truppe starebbero avanzando all'interno della foresta di Sambisa, regione inospitale e selvaggia e (sembra) ultima roccaforte conosciuta dei militanti islamisti in territorio nigeriano. L'avanzata procede nonostante le mine anti-uomo nascoste dai Boko Haram in ritirata.

Un soldato avrebbe però riportato, sotto anonimato, che le truppe si sono ritirate a Bama per via delle mine. Versione sostenuta anche da un vigilante governativo, che in un’intervista alla Reuters ha affermato che “Tre dei nostri ragazzi sono stati uccisi da una mina mentre procedevamo all'interno di Sambisa e quindi abbiamo sospeso l’avanzata”. Una versione però smentita dal portavoce della Difesa, il generale Chris Olukolade. “L’esercito non si sta ritirando. Stiamo avanzando dentro la foresta, le nostre truppe sono ancora lì”.

All’inizio dell’anno Boko Haram controllava un territorio grande quanto il Belgio, buona parte del quale però è stato riconquistato negli ultimi mesi grazie a un’operazione militare congiunta di Nigeria, Ciad, Niger e Camerun. Una fonte militare del Ciad sostiene che truppe congiunte dei tre paesi confinanti con la Nigeria si starebbero preparando a penetrare nella foresta di Sambisa dai rispettivi stati per accerchiare i militanti islamisti.

Negli ultimi 6 anni Boko Haram si è reso responsabile dell’uccisione di migliaia di persone nel tentativo di imporre un califfato islamico nel nord-est della Nigeria. Il fallimento del presidente Goodluck Jonathan nel contrastare l’avanzata degli islamisti ha contribuito alla sua sconfitta elettorale nelle presidenziali tenutesi il 28 marzo scorso.

L'attuale presidente, l'islamico moderato Buhari, aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe sconfitto Boko Haram entro tre mesi dalla sua elezione.