sabato 25 agosto 2018

Jesolo, stuprata a 15 anni. È caccia ad un uomo di colore

Mercoledì notte avrebbe stuprato un'adolescente friulana sulla spiaggia del litorale veneto. L'aggressore è stato descritto come un extracomunitario di circa trent'anni, un'età diversa da quella del giovane immortalato con lei dalle telecamere.


È caccia all'uomo, a Jesolo e dintorni, dopo la denuncia di violenza sessuale che i genitori di una minorenne di Trieste hanno presentato alla polizia. Ondata di sdegno per l'episodio, avvenuto nella notte di mercoledì, sulla spiaggia della località balneare veneta, ha suscitato nella popolazione e, primo tra tutti, nel sindaco Valerio Zoggia. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Venezia e dal locale commissariato, sotto il coordinamento della Procura dei minori, proseguono a ritmo serrato. Ma rispetto alla ricostruzione fornita dalla giovane, che non ha ancora compiuto 15 anni e che si trovava in vacanza in una vicina località di mare veneta con la famiglia, gli inquirenti non hanno voluto fare trapelare alcun particolare.

"Bisogna ancora capire se e come siano andate effettivamente le cose", si limita a rispondere l'Ufficio di gabinetto della Questura di Venezia, trincerandosi dietro un riserbo totale. Un puzzle, quindi, composto per ora da qualche testimonianza e dalle immagini delle telecamere presenti nella zona. E ancora pieno di punti interrogativi.

Quel che è certo, è che nel bel mezzo della serata, la studentessa si è allontanata dal locale della centralissima piazza Mazzini, dove i genitori l'avevano autorizzata a recarsi con un gruppo di amici, per seguire una persona: uno straniero, come confermerebbe uno dei filmati che, verso le 3, la inquadra a braccetto con un ragazzo di colore. Se i due si fossero appena conosciuti, o se invece si fossero dati appuntamento nel locale è uno dei tanti elementi da accertare. E, data l'ora e il clima di movida che ogni estate accende Jesolo, non è escluso che entrambi fossero alterati dall'abuso di alcol o dall'assunzione di altre sostanze.

Da questo momento in poi, fuori dal raggio visivo delle telecamere e della sua compagnia, la ricostruzione prosegue a tentoni. Infilata la via dell'arenile, la ragazza e il suo presunto aggressore si sarebbero fermati sulla spiaggia e lì, nel buio, si sarebbe consumata la violenza sessuale.

La narrazione dei fatti ricomincia attorno alle 5 del mattino quando è un passante a notare la minorenne: è sola, piange e sembra sconvolta. Arrivano i sanitari del 118 e la Volante della polizia, oltre agli amici della ragazza, preoccupati dalla sua lunga assenza.

Accompagnata all'ospedale di San Donà, dov'è stata curata per le conseguenze della violenza subita e dove le è stato fornito supporto psicologico, è stata poi trasferita in una struttura sanitaria più vicina a casa, in Friuli Venezia Giulia.

A confermare lo stupro, quindi, ed entrare nel fascicolo del magistrato inquirente, ci sarebbe già la documentazione medica rilasciata dall'azienda sanitaria. L'aggressore è stato descritto come un extracomunitario, probabilmente nordafricano e di circa trent'anni. Un'età diversa da quella del giovane con cui era stata immortalata dalle telecamere. Il che lascerebbe aperta l'ipotesi di una seconda persona, forse un amico, rispetto a quella con cui si era allontanata dal locale. Anche per stasera la polizia ha disposto un servizio straordinario di perlustrazione della città e della sua periferia.


Intanto il sindaco Zoggia parla di "un episodio infame" e annuncia un nuovo giro di vite dei controlli, dopo la stretta scattata già quest'anno. "È un fatto gravissimo che avviene proprio in un momento in cui la sorveglianza è ancora più accentuata. Negli ultimi tavoli per l'ordine pubblico con il prefetto avevamo deciso di potenziare la presenza delle forze di polizia nel parte della città in cui si concentrano maggiormente i giovani e dove i casi di spaccio sono, gioco forza, più frequenti. Avevamo allungato i servizi fino alle 2-3 di notte e illuminato a giorno la passeggiata del lungomare. Dopo questo episodio, espanderemo ulteriormente la durata dei controlli". E se e quando il responsabile della violenza sarà individuato e processato, il Comune non esclude la possibilità di costituirsi parte civile "per il danno d'immagine arrecato alla città"
(la Repubblica)


Condividi su Facebook



Nessun commento:

Posta un commento