giovedì 22 dicembre 2016

Storie pre-natalizie di "ragazze nigeriane" ospiti dei centri di accoglienza italiani

Cara di Borgo Mezzanone, Foggia
Foggia .. Identificata la ragazza bruciata viva nei pressi del Cara di Borgo Mezzanone. Si chiamava Victory Uwangue ed era di origini nigeriane la giovane donna trovata morta carbonizzata lo scorso 10 dicembre in un vigneto a pochi chilometri da Foggia.

Victory, nigeriana di 23 anni, era stata foto-segnalata il 6 luglio di quest’anno, quando sbarcò a Reggio Calabria prima di giungere nel Foggiano. L’identificazione è avvenuta mediante il sistema automatico per il riconoscimento delle impronte digitali archiviate presso la banca dati Afis.

La ragazza viveva nel ghetto di fortuna (la cosidetta "pista") che si trova a ridosso del Cara di Borgo Mezzanone. A trovare il corpo, completamente denudato, è stato un ospite del centro di accoglienza mentre si stava recando a lavoro.

Il cadavere presentava ustioni su varie parti del corpo compresi il viso e la testa. Dall'autopsia sono emersi segni di violenza. La ragazza è stata soltanto stordita prima di essere bruciata viva.

A scatenare il brutale omicidio potrebbe essere stato un tentativo di violenza sessuale (pantaloni e scarpe della donna sono stati ritrovati lungo la strada) oppure il tentativo di ribellione della ragazza a chi voleva introdurla nel mercato della prostituzione.

Cara di Mineo, Catania
Catania .. Stupro di gruppo al Cara di Mineo. Arrestati quattro nigeriani, accusati di avere drogato e violentato una connazionale e poi minacciato lei e il rappresentante nigeriano del centro accoglienza.

L’hanno sottoposta ad una violenza di gruppo per giorni, dopo averla drogata e dopo l’hanno pure minacciata che se mai avesse raccontato la sua brutta storia alla polizia, l’avrebbero uccisa. Sono quattro i nigeriani ospitati all'interno del Cara di Mineo e fermati dagli agenti del commissariato di Caltagirone ai quali si è rivolta la vittima una ragazza anche lei nigeriana.

Tutto inizia la notte tra il 14 e il 15 dicembre in un alloggio del Cara occupato prevalentemente da nigeriani. La sera si fa festa e tra gli invitati pure una giovane alla quale un gruppetto offre una bibita dal sapore strano. È una bevanda con della droga che fa precipitare nel sonno profondo la ragazza. Il suo risveglio è un incubo, si ritrova in un letto assieme a quattro balordi che a turno la violentano, e che iniziano pure a picchiarla per intimorirla ed evitare che racconti la sua disavventura alla polizia. Lei però riesce a scappare a trovare rifugio nell'alloggio della sorella.

Assieme a lei il giorno dopo chiede aiuto al rappresentante nigeriano presente al Cara, ma i balordi non demordono, la notte tra il 16 e il 17 la picchiano ancora una volta con un bastone e minacciano di rappresaglia il rappresentante della comunità nigeriana.

La svolta il giorno successivo proprio quando la vittima riesce a fuggire dal centro di accoglienza di Mineo e si presenta in questura a Caltagirone. A quel punto entrano in azione i poliziotti che sottopongono a fermo di polizia giudiziaria i quattro nigeriani autori delle violenze e perquisiscono l’alloggio dove sono avvenute le violenze all'interno del quale trovano pure i bastoni utilizzati dai quattro per picchiare la ragazza. Per loro accuse pesantissime: violenza sessuale di gruppo, lesioni e danneggiamento.


Articolo a cura di
Maris Davis

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