venerdì 14 dicembre 2018

Burundi e diritti umani. Espulsa dal Paese l'UNHCR

Il governo del Burundi ha chiesto all'agenzia per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHCR) di lasciare il paese.


A darne notizia è stata ieri a Ginevra la portavoce dell’UNHCHR, Ravina Shamdasani, che ha parlato di una lettera ricevuta la scorsa settimana, in cui si chiede di chiudere l'ufficio.

Il governo della nazione dell'Africa orientale è da lungo tempo irritato per i rapporti delle Nazioni Unite che descrivono la brutale repressione del dissenso in atto da quando il presidente Pierre Nkurunziza decise di modificare la Costituzione per poter correre per un terzo mandato, nel 2015.

Il Burundi è tra i più prolifici mattatoi umani degli ultimi tempi


Da allora le Nazioni Unite hanno registrato oltre 1.200 morti e oltre 400mila sfollati e rifugiati, quasi un terzo della popolazione (10,9 milioni di abitanti) L’allora segretario generale Zeid Ra'ad al-Hussein, all'inizio dell'anno aveva detto che il Burundi è «tra i più prolifici mattatoi umani degli ultimi tempi»

Le atrocità commesse nel paese hanno indotto la Corte penale internazionale ad autorizzare un'indagine su presunti reati sponsorizzati dallo stato che includevano omicidio, stupro e tortura. La risposta del governo è stata il ritiro, l'anno scorso, della propria adesione al tribunale dell’Aja.

Il Burundi ha smesso di collaborare con l'UNHCHR più di due anni fa, accusandolo di "complicità con i golpisti e i nemici del Burundi" dopo la pubblicazione di un rapporto che sosteneva "il coinvolgimento del regime in abusi sistematici e il rischio di genocidio"
(Voice of Africa News)


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