mercoledì 14 giugno 2017

Burundi, quasi duemila uccisi in due anni dalla repressione del regime


Nel suo recente rapporto sulla situazione in Burundi, la Lega burundese per i diritti umani (Iteka) ha identificato e documentato almeno 1.193 persone uccise, 424 disperse, 272 torturate, 4.573 arresti arbitrari e 1.328 feriti.

L’organizzazione definisce inquietante il numero dei cadaveri rinvenuti in questi due anni: almeno 223 sono stati identificati e 14 fosse comuni sono state segnalate in varie zone del paese.

Il periodo, si legge ancora nel documento, è stato caratterizzato anche dalla tratta di esseri umani, con almeno 118 casi rilevati da Iteka, che si è impegnata a pubblicare presto i dettagli riguardanti l’appartenenza etnica e politica delle vittime, i gruppi di età e l’ubicazione geografica delle vittime. "L'obiettivo è quello di contribuire a informare le parti interessate sulla natura della crisi in Burundi", ha detto il presidente di Iteka, Anschaire Nikoyagize.

Il paese è precipitato in una grave sociale, politica ed economica punteggiata da violenze e repressione, da quando il presidente Pierre Nkurunziza ha forzato la mano, nell'aprile 2015, facendosi rieleggere per un terzo mandato non costituzionale.

La violenta repressione del dissenso ha presto assunto connotati etnici, costringendo alla fuga più di 400.000 persone, secondo dati delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni non governative.
(Iteka)

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