Il ministero degli Esteri egiziano ha dato ieri 48 ore all'ambasciatore del Qatar, Saif Muqaddam Saqr Al Buainein, per lasciare il paese, dopo averlo convocato ed informato della decisione del Cairo di rompere le relazioni diplomatiche con il paese del Golfo.
L’Egitto è parte del gruppo di paesi arabi, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Yemen, che ieri hanno annunciato la volontà di distanziare il Qatar, accusandolo di sostenete il terrorismo di matrice jihadista filo-iraniano. Accuse che Doha ha smentito, sostenendo di essere il bersaglio di una campagna diffamatoria e accusando gli Stati Uniti d’essere dietro alla decisione del gruppo.
L’Arabia Saudita, in particolare, accusa il Qatar di sostenere gruppi militanti, alcuni sostenuti dall'Iran. “Il Qatar - ha dichiarato il portavoce del governo saudita all'agenzia di stampa Spa - abbraccia numerosi gruppi terroristici e settari che mirano a disturbare la stabilità della regione, inclusa la Fratellanza Musulmana, Isis (Stato Islamico) e al-Qaeda, e promuove costantemente il messaggio e gli schemi di questi gruppi attraverso i loro media". Un riferimento al canale televisivo al-Jazeera, oscurato due settimane fa.
Ma la stessa Arabia Saudita NON è esente delle stesse colpe di cui accusa il Qatar, si sa per certo infatti che, almeno fino al 2015, l'Arabia Saudita era uno dei principali finanziatori dei gruppi jihadisti dell'Africa Sub-Sahariana, Boko Haram in Nigeria e Al-Shabaab in Somalia compresi.
Il Qatar è stato anche espulso dalla coalizione a guida Saudita che combatteva nello Yemen. Una divisione che può avere ripercussioni in Medio Oriente, dove gli Stati del Golfo hanno utilizzato il loro potere finanziario e politico per influenzare gli eventi in Libia, Egitto, Siria, Iraq e Yemen.
(Reuters Africa)
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