Mandato al Rappresentante presso l’Unione europea di porre formalmente il tema degli sbarchi. Se applicata, la misura chiuderebbe la rotta alle imbarcazioni "non italiane" delle onlus che effettuano salvataggi.
Passo formale dell’Italia con la Commissione Europea sul tema dell’immigrazione. Come spiega l’Ansa, il governo avrebbe dato mandato al Rappresentante presso la Ue, l’ambasciatore Maurizio Massari, di porre formalmente al commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos il tema degli sbarchi in Italia. Messaggio consegnato dall’Italia alla Commissione: la situazione che stiamo affrontando è grave, l’Europa non può voltarsi dall'altra parte.
«No ad approdo nei porti nazionali a navi con bandiera non italiana»
Il governo italiano sta valutando la possibilità di negare l’approdo nei porti italiani alle navi che effettuano salvataggi dei migranti davanti alla Libia ma battono bandiera diversa da quella del nostro Paese. Lo si apprende da fonti governative secondo le quali è ormai «insostenibile» che tutte le imbarcazioni che operano nel Mediterraneo centrale portino le persone soccorse in Italia.
Lo stop alle navi delle onlus
L’ipotesi di chiudere i porti italiani alle navi straniere con a bordo migranti è un passo senza precedenti: in pratica verrebbe chiusa la rotta alle imbarcazioni di molte onlus internazionali che pattugliano il Mediterraneo e che fino a oggi hanno operato in stretto contatto con la Guardia Costiera italiana. Lo stop non colpirebbe le navi che partecipano invece all'operazione Frontex, mossa per la quale non sarebbe sufficiente un consenso unilaterale.
L’annuncio ha avuto effetto di innescare immediatamente reazioni politiche. Per primo il segretario del Pd Matteo Renzi ha annunciato «pieno appoggio» alla linea imboccata dal governo, seguito dal presidente della commissione difesa del Senato, Nicola Latorre per il quale il passo annunciato dal governo è «opportuno»; sul fronte dell’opposizione Maurizio Gasparri di Forza Italia ha dichiarato «Chiediamo da anni la chiusura dei porti alle navi straniere»
In 48 ore 12mila salvataggi
La gravità della situazione è stata fotografata nel corso del colloquio che l’ambasciatore italiano presso la Ue Massari ha avuto con il commissario all'immigrazione Avramopoulos: «La situazione ha raggiunto il livello massimo di sostenibilità» ha detto Massari e per l’Italia rappresenta un serio «impatto sulla vita socio-politica del paese», aggiunge una fonte diplomatica.
Solo nelle ultime 48 sono stati salvati in mare 12 mila migranti da 22 navi, molte delle quali appartengono a organizzazioni non governative "non italiane", che poi si sono dirette verso l’Italia. Questi numeri «hanno portato al limite le capacità dell’Italia di gestione degli sbarchi». Da parte sua il Viminale ha diffuso una nota per rimarcare che da gennaio a oggi sono sbarcati sulle coste italiane 76.873 migranti, con un’impennata del 13,43% in più rispetto al medesimo periodo dell’anno passato. Di questi ben 9.761 sono minori.
La risposta Ue: «Più sostegno all’Italia»
La risposta della Ue alle richieste dell’Italia non si è fatta attendere anche se ha avuto toni interlocutori .«Se necessario siamo pronti a aumentare sostanzialmente il sostegno finanziario all’Italia», ha detto il commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, dopo l’incontro con l’ambasciatore italiano presso l’Ue, Maurizio Massari.
«L’Italia ha ragione che la situazione è insostenibile lungo la rotta del Mediterraneo Centrale. La Commissione ha sempre sostenuto l’Italia nella sua gestione esemplare della crisi dei rifugiati e continuerà a farlo. Tuttavia, abbiamo tutti un obbligo umanitario di salvare vite».
Se non si può «lasciare una manciata di paesi Ue da soli a gestire» l’emergenza, «il giusto forum per discutere di questo è il Consiglio (l’organo che riunisce i governi dei 28, ndr) a cominciare dalla riunione informale dei ministri della Giustizia e degli Interni della prossima settimana a Tallin». Il parlamento Europeo ha contemporaneamente dato il via libera a un piano di 3,3 miliardi di euro per affrontare il problema immigrazione nei paesi di origine.
Mattarella: «Situazione ingestibile»
«È chiaro che l’immigrazione sia un fenomeno epocale che non si può affrontare con i muri. Bisogna affrontarlo con serietà stroncando i trafficanti e governando gli arrivi. E questo può farlo solo l’Ue nel suo complesso. Alcuni paesi membri non lo hanno capito. Il Canada può aiutarci a farlo capire».
Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando il premier canadese Justin Trudeau. «Se si continuasse con questi numeri la situazione si farebbe ingestibile anche per un paese grande e aperto come il nostro», ha aggiunto. Anche il premier Gentiloni, parlando al congresso della Cisl ha affermato «alcuni paesi europei la smettano di girare la faccia dall'altra parte perché questo non è più sostenibile». Il riferimento è al cosiddetto «gruppi di Visegrad» (Ungheria e altri paesi dell’Est) che si sono detti contrari ad accogliere i migranti nonostante la minaccia di sanzioni da parte di Bruxelles.
Morti 63 migranti, la Libia accusa l’Italia
Per capire quanto stia facendosi tesa la situazione in campo internazionale, basti registrare una nota diffusa nel pomeriggio dalla Marina libica fedele al governo di Tripoli, la quale denuncia la morte di 63 persone a causa del mancato soccorso da parte di una nave italiana. La tragedia è avvenuta al largo di Zuara. Lo ha detto ad «Agenzia Nova» il generale Ayoub el Qassem, portavoce della Marina libica fedele al governo di accordo nazionale con sede a Tripoli.
Dei 135 migranti in viaggio verso l’Italia a bordo di un’imbarcazione «sprovvista di motore», spiega el Qassem, la Guardia costiera libica è riuscita «a salvarne solo 72», di cui 35 fra donne e bambini. «La nostra pattuglia, purtroppo, non è riuscita a salvare gli altri 63 migranti che sono annegati al largo di Zuara. La Guardia costiera libica ha chiesto aiuto a un’imbarcazione civile italiana chiamata `Rino Napoli´ che si trovava nelle vicinanze dalle acque territoriali libiche, ma gli italiani non sono intervenuti».
(Corriere della Sera)
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