Repubblica Centrafricana, campo profughi |
Più di 100 persone sarebbero state uccise mercoledì nella città di Bria, nel cuore della Repubblica Centrafricana, ma “il numero delle vittime certamente aumenterà” ha detto il sindaco Maurice Belikoussou sentito al telefono dall’agenzia Reuters, perché "ci sono ancora morti che si trovano nei quartieri, nelle strade e nei cespugli".
Le notizie dei nuovi massacri (più di 110 morti e oltre 70 feriti) sono confermate da altre fonti locali, secondo cui Bria sarebbe stata al centro di aspri combattimenti all'inizio di questa settimana tra la coalizione anti-Balaka e Seleka Prgf, e questi ultimi avrebbero mantenuto il completo controllo della città.
Il sito Sahel Intelligence riferisce che "La tensione era ancora palpabile ieri, in questa ambita città, vicina alle zone minerarie (diamanti e oro in particolare), nonostante la presenza delle forze della missione delle Nazioni Unite (Minusca) a protezione del campo di sfollati”
Lo stesso sito informativo riporta la notizia dell’accordo per un immediato cessate-il-fuoco firmato lunedì a Roma con il patrocinio della Comunità di Sant'Egidio, facendo notare che la proliferazione di gruppi armati e la ricchezza del sottosuolo rendono la sua applicazione particolarmente difficile.
Le Nazioni Unite intanto hanno fatto sapere ieri che la Repubblica del Congo ritirerà le sue truppe dalla Minusca (circa 630 soldati) perché “la natura e l'ampiezza delle accuse esistenti di sfruttamento e abusi sessuali, nella loro totalità, indicano problemi sistemici nel comando e controllo"
I militari della Repubblica del Congo della missione Minusca sul territorio della Repubblica Centrafricana sono coinvolti in accuse di abuso sessuale e di sfruttamento. Nove le accuse contro di loro sono state segnalate nel 2016 e tre episodi già denunciati nel 2017.
(Rfi Afrique)
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