La South Sudan Media Authority (Ssma) ha vietato a 20 giornalisti stranieri di operare o di entrare nel paese.
Il presidente dell'organismo statale che controlla i media, Elijah Alier, ha detto ieri a Juba che questi cronisti hanno riportato "storie non fondate e non realistiche che hanno il potenziale di incitare all'odio e alla violenza"
"Le questioni connesse con il discorso dell'odio, dell'incitamento alla violenza e della disinformazione non sono accettabili nel contesto della nostra legge. Alcuni dei giornalisti non sono stati nemmeno visti in Sud Sudan. È necessario rispettare anche il paese, non si può solo etichettarlo" ha detto, parlando a Eye Radio.
I nomi dei 20 giornalisti e delle testate per cui lavorano non sono stati divulgati
L’organizzazione della società civile, Associazione per lo sviluppo dei media in Sud Sudan (Association of media development in South Sudan, Amdiss), ha condannato il divieto che descrive come un sabotaggio del dialogo di riconciliazione nazionale. "La legge sui media non dà a questo organismo il diritto di negare i visti ai giornalisti per il fatto che scrivono articoli critici sul governo” ha detto il presidente dell'associazione, Alfred Taban.
Il Sud Sudan, devastato dalla guerra civile dal 2013, è uno dei paesi in cui vi sono le maggiori restrizioni, e grandi pericoli, per gli operatori dell’informazione.
(Africanews)
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