La relatrice speciale ONU sulla situazione dei diritti umani in Eritrea, Sheila Keetharuth, ha presentato al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite il suo nuovo rapporto sulla situazione nel paese.
La relatrice denuncia ancora una volta numerose violazioni ed il totale rifiuto di Asmara a cooperare con la comunità internazionale. Il rapporto è un lungo resoconto di molteplici casi di arresti e detenzioni arbitrarie, torture, violazioni delle libertà fondamentali, per frenare le quali l’organismo dell'ONU aveva già chiesto lo scorso anno il sostegno dell’Unione Africana.
Anche questa volta il quadro descrive scenari infernali per i cittadini eritrei. Nel rapporto si conferma la morte in prigione di Tsehaye Tesfamarian, un testimone di Geova arrestato 8 anni fa, e si descrive il pessimo stato di salute dell'ex ambasciatore nigeriano, Mohamed Ali Omaro, tenuto in isolamento da tre anni.
Il report ricorda ancora che il servizio militare è simile alla schiavitù a vita e che vi è un ossessivo controllo sull'uso di internet e dei social network
A nessuno straniero è permesso entrare nei i terribili centri di detenzione eritrei e la stessa Keetharuth non è stata in grado di visitare il paese. Eppure delegazioni straniere arrivano in Eritrea per aggiornare le loro informazioni sui richiedenti asilo.
La fuga dal paese è un’emorragia continua. Più di 21.000 eritrei hanno attraversato il Mediterraneo nel 2016 e la relatrice esprime inquietudine per la tendenza dell’Europa a chiudere i propri confini.
(Afrique Presse)
Leggi anche
Eritrea, la prigione d'Africa. Non c'è niente da festeggiare - leggi - | Eritrea, in fuga dall'orrore - leggi - |
Nessun commento:
Posta un commento